Partito di Alternativa Comunista

Via i due poli della guerra

VIA I DUE POLI DELLA GUERRA
PER UN'ALTERNATIVA DEI LAVORATORI


L'"incidente" numerico su cui è scivolato il governo al Senato non modifica il quadro politico. Il governo Prodi, governo di guerra e di rapina, se ne deve andare: certo non per lasciare spazio a un governo di centrodestra ma per un'alternativa dei lavoratori.

I due poli dell'alternanza non differiscono nella sostanza né per le politiche economiche né per quelle internazionali. Che se ne vadano tutti! Occorre ripartire dalle esigenze espresse dalla grande mobilitazione di Vicenza, indire subito un grande sciopero generale contro le politiche di guerra condivise da centrosinistra e centrodestra, per un governo dei lavoratori.
Il Partito di Alternativa Comunista fa appello ai partiti della cosiddetta "sinistra di governo" (Rifondazione, PdCI, Verdi) affiché rompano ora con lo schieramento che vuole la guerra e i sacrifici per i lavoratori.

Con il voto odierno al Senato la sinistra di governo, Rifondazione in primis, ha esibito tutta la sua ipocrisia, presentando come un "risultato" l'impegno di D'Alema per immaginarie "conferenze di pace" mentre si finanziano le truppe di guerra in Afghanistan e si conferma la volontà di mantenere la base di Vicenza.
A pochi giorni dalla straordinaria manifestazione di Vicenza, quegli stessi dirigenti e parlamentari che hanno sfilato nel corteo presentandosi come portavoce delle istanze dei manifestanti hanno dimostrato in parlamento quale è il loro vero ruolo: stanno nei movimenti per tentare di subordinarli al governo Prodi. Un governo che finanzia le guerre e taglia le pensioni per tutelare gli interessi del capitalismo italiano.

Vergognosa anche la capitolazione delle cosiddette "aree critiche" del Prc e dei sedicenti parlamentari "ribelli". L'area dell'Ernesto si è definitivamente sciolta nella maggioranza bertinottiana. Tutti i suoi senatori (incluso Giannini) hanno votato a favore delle politiche imperialiste. Quanto a Erre-Sinistra Critica, nel tentativo (non riuscito a causa di alcuni voti imprevisti) di non arrecare disturbo a Rifondazione e governo, Turigliatto si è dimesso dal Senato, in una riedizione del "non aderire e non sabotare". E davanti alla canea (in cui si distinguono i dirigenti del Prc) che si è scatenata per un suo presunto crimine ai danni del governo continua a rispondere: "la fiducia a Prodi sono pronto a votarla anche domani." Si tratta invece di costruire tanto nelle piazze come in parlamento l'opposizione al governo e alle sue politiche, in nome dei diritti dei lavoratori e del popolo della pace di Vicenza.

Per questo, risulta confermata la nostra scelta, come ex sinistra di Rifondazione, di rompere con il partito di Bertinotti e Giordano. Il nuovo partito che abbiamo fondato in queste settimane è stato e rimarrà dalla parte delle ragioni vere di chi ha manifestato il 17 a Vicenza. Non è un caso se Patrizia Cammarata, dirigente del nostro partito e portavoce del Comitato Vicenza Est, ha tenuto il 17 dal palco uno dei tre interventi conclusivi della manifestazione. Il PdAC ha partecipato fin dall'inizio a questa lotta e continuerà a Vicenza e nazionalmente a impegnare ogni suo militante nelle prossime mobilitazioni.
Ai tanti che hanno manifestato il 17 e che militano nei partiti che oggi hanno tradito in Senato la manifestazione del 17 diciamo: rompete con la sinistra di governo che non rompe col governo di guerra, partecipate con noi alla costruzione di un nuovo partito di lotta, di un partito comunista.

Comitato Centrale
Partito di Alternativa Comunista










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