Elezioni in Brasile, la candidatura del Pstu
Una campagna operaia controcorrente
di Diego Cruz (*)
Posizione che si sarebbe riflessa anche nella constatazione dell'impossibilità di costituire un fronte elettorale di sinistra.
Una campagna senza concessioni
Contro l'idea dominante che
il Brasile sia sulla strada di un progressivo miglioramento, la campagna di Zé
Maria ha parlato di un Paese diverso, più vicino alla realtà di milioni di
lavoratori che convivono quotidianamente col l'aumento dei ritmi di lavoro e di
sfruttamento, con bassi salari e lo smantellamento dei servizi pubblici.
E sono stati proprio i
contenuti della nostra campagna elettorale a determinare un veto alla presenza
del Pstu sui principali mezzi di informazione. Se normalmente il partito, così
come i movimenti di lotta e popolari, sono oscurati dalla grande stampa, in
queste elezioni la candidatura di Zé Maria ha subito una vera e propria
censura.
Peraltro, la campagna del
Pstu è stata l'unica che si è scontrata col governo Lula, denunciando il suo
carattere neoliberista, mentre gli altri candidati di sinistra si mostravano
intimiditi dalla popolarità del presidente. In televisione, Zé Maria ha
denunciato l'attacco di Lula alle pensioni.
Nel Brasile reale da noi
mostrato nei 55 secondi concessi dalla tv, c'erano soprattutto le lotte dei
lavoratori. Oltre al tema delle pensioni, il Pstu ha utilizzato una parte del
suo tempo sui mass media per dare visibilità alle lotte dei lavoratori del
settore bancario e petrolifero, dei metalmeccanici, degli insegnanti e dei
lavoratori delle poste. La lotta dei movimenti sociali è stata ben
rappresentata anche dalla giornata di lotta a fianco del Mtst [Movimento dei
lavoratori senza tetto, ndt].
Contro l'omofobia e tutte le oppressioni
Mentre Dilma, Serra e Marina
[rispettivamente la candidata lulista, il candidato di centrodestra e quella
dei Verdi, ndt] si contendevano, negli ultimi giorni della campagna elettorale,
il voto conservatore, attaccando la depenalizzazione dell'aborto, Zé Maria ha
difeso per tutta la campagna elettorale i diritti delle donne e il diritto
all'aborto. Così come è stato l'unico candidato presidente che ha difeso
esplicitamente il matrimonio tra gay, mentre gli altri candidati, inclusi
quelli di sinistra, schivavano la questione.
Il programma del Pstu sulla
lotta contro le oppressioni, di denuncia del razzismo e delle violenze contro
le donne e di difesa delle unioni gay, ha suscitato polemiche sui mass media.
Una campagna operaia
La principale differenza tra
la campagna di Zé Maria e le altre, tuttavia, si può individuare nel suo
carattere operaio. Una campagna sviluppata principalmente tra i metalmeccanici,
gli edili, gli insegnanti, i funzionari pubblici, gli studenti.
Il Pstu si è scontrato con
la barriera della censura eretta dalla grande stampa. Zé Maria ha quindi
partecipato, insieme ai candidati del Pcb, Ivan Pinheiro e del Pco, Rui
Pimenta, al dibattito tra i candidati della sinistra comunista moderato dal
periodico Brasil de Hecho. Che è stato non solo un dibattito ma anche
un'importante iniziativa contro la censura della grande stampa che ha colpito
tutte le candidature di sinistra.
Un bilancio positivo
Gli 84.500 voti a Zé Maria non sono molti, espressione di una congiuntura sfavorevole a una sinistra apparsa frammentata e colpita dall'oscuramento mediatico. Ma il Pstu ha utilizzato queste elezioni contribuendo ad elevare il livello di coscienza dei lavoratori. E, sicuramente, il partito esce da queste elezioni meglio di come ci è entrato, avendo consolidato la propria forza militante.
(*) Pstu
(traduzione di F. Ricci)