Partito di Alternativa Comunista

A novant'anni dalla rivoluzione d'Ottobre

A novant'anni dalla rivoluzione d'Ottobre

LA LOTTA PER LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA INTERNAZIONALE PROSEGUE

 

(Dichiarazione del Segretariato Internazionale della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, Lit-QI)

 

 

Nella notte tra il 7 e l'8 di novembre si sono compiuti i novant'anni della rivoluzione russa, uno dei fatti politici più importanti del XX secolo. Il calendario giuliano, utilizzato in quell'epoca in Russia, fa sì che questo avvenimento passasse alla storia come rivoluzione d'Ottobre o, semplicemente, l'Ottobre. 


 

 

immagine per lit ottobre

 

Nel 1917, per la prima volta nella storia, i lavoratori di un Paese distrussero uno Stato borghese, presero il potere e riuscirono a difenderlo per iniziare la costruzione di un tipo di Stato sconosciuto fino ad allora (l'Urss) e iniziarono la strada verso il socialismo.
Le conquiste ottenute dai lavoratori in Urss furono impressionanti: si eliminarono piaghe croniche del capitalismo, come la disoccupazione e la povertà estrema, e si raggiunsero livelli senza precedenti nell'istruzione e nella sanità pubblica. Nei primi anni del nuovo Stato ci furono anche grandi progressi nella condizione della donna e uno sviluppo straordinario dell'arte, liberata dalla logica mercantile borghese.
A conferma di questi progressi, un gruppo di pedagogisti occidentali realizzò, nel decennio del 1960, uno studio comparato del livello educativo degli studenti statunitensi e sovietici. I giovani dell'Urss ottennero qualitativamente risultati superiori in linguaggio, storia e geografia e matematica. 
Non esistono precedenti di progressi simili in tutti questi campi, neanche nei periodi di maggiore sviluppo capitalista. Sono fatti storici impossibili da occultare in momenti in cui il capitalismo mostra il suo volto spietato.  
L'impatto della rivoluzione d'Ottobre nella storia moderna fu tanto grande che oggi, al compiere dei suoi novant'anni (malgrado l'Urss sia stata distrutta dalla burocrazia stalinista che restaurò il capitalismo), la stessa stampa borghese e imperialista si vede obbligata a dedicare molto spazio all'anniversario. 
La Lit-QI vuole rendere il suo omaggio a quel gigantesco compito che intrapresero i lavoratori russi. Non lo facciamo come chi visita un museo e si emoziona di fronte a una rappresentazione del passato bensì perché consideriamo che le lezioni della rivoluzione d'Ottobre sono oggi più attuali che mai. Perché è attuale la lotta per il potere operaio, per iniziare la costruzione del socialismo, attraverso un grande processo di trasformazioni politiche, economiche e sociali.

 

Le lezioni dell'Ottobre

A dispetto dei cambiamenti che pure si sono prodotti nel mondo, i principali insegnamenti di quell'esperienza continuano a essere completamente validi ed essenziali per lo studio e la discussione di tutta l'avanguardia militante del mondo.  

a) Il capitalismo imperialista è in grado di offrire all'umanità solo una crescita sempre maggiore della povertà, della miseria, della fame, delle guerre e della distruzione della natura. Ricordiamo che nel 1917 era in corso il terribile massacro della Prima guerra mondiale. Da allora, la condizione del mondo non ha fatto che aggravarsi, nonostante tutti i progressi della tecnica.  

b) L'unica strada per modificare questo stato di cose è una rivoluzione operaia e socialista che estirpi dalla radice il sistema capitalista imperialista. Non c'è nessuna possibilità di "riformarlo" o di "umanizzarlo."

c) Per iniziare questo processo di rivoluzione operaia e socialista è necessario prendere il potere in ogni Paese e distruggere lo Stato borghese, a partire dalle sue Forze Armate, il pilastro basilare di quello Stato e di quel potere.

d) Dopo la presa del potere, è necessario espropriare la borghesia, trasferendo al nuovo Stato operaio il controllo delle principali leve dell'economia, stabilire il monopolio statale del commercio estero e applicare un piano economico centralizzato al servizio delle necessità dei lavoratori e delle masse popolari. Questa è la base che permise i giganteschi avanzamenti economici e sociali in Urss. 

e) E' necessario costruire uno Stato di tipo nuovo, completamente differente dal vecchio Stato borghese, tanto nella sua base sociale come nel suo funzionamento. Questo nuovo Stato operaio deve essere basato su istituzioni dei lavoratori e delle masse popolari che permettano di risolvere democraticamente i grandi problemi e, contemporaneamente, garantire l'esecuzione delle misure adottate. I soviet russi erano Consigli costituiti da rappresentanti o "deputati", eletti direttamente dai lavoratori di una fabbrica e dai contadini poveri di una zona. Essi dovevano rendere conto del proprio operato alla base. Se non realizzavano il mandato ricevuto, potevano essere revocati e sostituiti dalla base che li aveva eletti. 

f) La democrazia operaia, e le istituzioni che esprime, sono pilastri imprescindibili nella costruzione di un processo realmente socialista. Il socialismo può sorgere solo come risultato dalla mobilitazione e dell'organizzazione autonome della classe operaia. Ogni tentativo di dirigere burocraticamente questo processo, con "segretari generali geniali" o con "comandanti infallibili", è condannato alla degenerazione e al fallimento. 

g) Nell'Urss solo le terribili condizioni della guerra civile (1918-1921), alimentata dalla borghesia e sostenuta con l'intervento di quattordici eserciti stranieri, portarono la direzione di Lenin e Trotsky a restringere questa democrazia operaia. Essi ritenevano che fosse una situazione eccezionale che andava rapidamente corretta non appena le condizioni lo avessero permesso. Dopo, la burocrazia stalinista trasformerà questa eccezione in regola e trasformerà i soviet e gli organismi del partito in un'orribile caricatura di quello che erano stati. 

h) Per dirigere coscientemente le diverse tappe del processo, è necessaria la costruzione di un partito rivoluzionario democraticamente centralizzato, secondo il modello proposto da Lenin dal 1903. Questa combinazione contraddittoria (il centralismo e la democrazia interna) è l'unica che permette di dare forma allo strumento necessario per assolvere i compiti della rivoluzione. Un partito che deve essere centralizzato e disciplinato nell'azione perché deve agire con una ferrea unità per affrontare le più difficili prove della lotta di classe (la presa del potere, l'espropriazione della borghesia, guerre civili, ecc.). Contemporaneamente, deve essere basato sulla più ampia democrazia interna, per elaborare le migliori analisi della realtà e le migliori risposte a queste difficili prove.
In questo senso, i dibattiti nei congressi e negli organismi del partito bolscevico erano di una straordinaria ricchezza e intensità: nessuna delle grandi decisioni si votava all'unanimità. Anche in questo, in seguito, lo stalinismo trasformò il partito in una sinistra caricatura di ciò che era stato.  

i) Come Marx, anche Lenin e Trotsky consideravano che il sistema socialista doveva partire, come minimo, da un livello di sviluppo economico equiparabile a quello del capitalismo più sviluppato. Dato che la Russia era un Paese capitalista arretrato, essi sostennero che l'Urss non iniziava direttamente la costruzione del socialismo bensì un periodo di transizione la cui durata sarebbe dipesa dalla rivoluzione socialista internazionale.  

j) La rivoluzione socialista incomincia con la presa del potere in un Paese ma può trionfare solo estendendosi agli altri Paesi del mondo, specialmente alle principali potenze imperialiste. Ogni vittoria nazionale sarà provvisoria finché non sarà sconfitto l'imperialismo a livello mondiale. Lenin e Trotsky considerarono sempre che l'Urss, per il ritardo economico ereditato, avrebbe potuto sopravvivere solo se la rivoluzione si fosse estesa all'Europa occidentale, specialmente alla Germania, il Paese più sviluppato del continente. Per essi, l'Ottobre doveva essere il detonatore della rivoluzione europea e mondiale. A questo obiettivo dedicarono i loro principali sforzi. Tanto che, nel mezzo della guerra civile, nel 1919, fondarono la Terza Internazionale (o Internazionale Comunista) per costruire una direzione rivoluzionaria mondiale con influenza di massa. 

k) Contro questa concezione internazionalista, lo stalinismo elaborò, a partire da 1923, la teoria della possibilità di costruire il socialismo in un Paese solo, per giustificare la difesa degli interessi e privilegi della casta burocratica dominante. Questa teoria si trasformò, poi, nella giustificazione ideologica dei peggiori tradimenti, da parte dello stalinismo, della rivoluzione mondiale.

 

 

La burocratizzazione dell'Urss 

Mentre ripristiniamo e rivendichiamo questi insegnamenti, è necessario spiegare per le nuove e vecchie generazioni di militanti rivoluzionari perché si produsse la burocratizzazione stalinista e, poi, la restaurazione capitalista che portò alla sparizione dell'Urss. 
Il ritardo economico della Russia rendeva ancora più irrealizzabile la proposta della costruzione del socialismo in un Paese solo. Questa realtà, inoltre, era aggravata dalla carestia sofferta dalla Russia durante la Prima guerra mondiale e per le conseguenze distruttive della guerra civile nella quale morirono un milione di giovani operai, la migliore avanguardia della rivoluzione.
In queste condizioni, solo estendendosi la rivoluzione poteva salvarsi. Ma la prima ondata rivoluzionaria europea fu sconfitta. La repubblica dei soviet in Ungheria sopravvisse solo alcuni mesi. La rivoluzione tedesca del 1918-1919 non potè prendere il potere, nonostante l'eroismo degli Spartachisti, e i suoi dirigenti, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, furono assassinati. Anche l'ondata di scioperi e occupazioni di fabbriche in Italia (1919-1920) fu sconfitta e, nel 1924, trionfò il fascista Mussolini. L'assenza di partiti rivoluzionari solidi e sperimentati imponeva il suo prezzo.
L'Urss era sopravvissuta, ma era esausta. Al contempo, la rivoluzione europea era sconfitta e lasciava l'Urss isolata. Questa difficile combinazione è la spiegazione principale della burocratizzazione del giovane stato sovietico e del partito bolscevico.
Mentre la gran parte dei migliori operai rivoluzionari era morta nella guerra civile, cominciò a emergere una schiera sempre più numerosa di funzionari arrivisti e opportunisti, tra cui ex zaristi riciclati, e un settore di avventurieri che si avvantaggiava dei problemi economici. Stalin si appoggiò su questi settori sociali, divenendone il rappresentante. Da questa posizione, accentuò all'estremo il processo di burocratizzazione. Fu in quel momento che egli lanciò la prospettiva del "socialismo in un Paese solo", stratagemma per assicurare i privilegi di cui godevano quei settori sociali. Un'altra frazione del partito, diretta da Trotsky, cominciò la sua battaglia contro la burocratizzazione del partito e dello Stato e per la difesa del programma bolscevico.
La burocratizzazione, e lo stalinismo come sua espressione politica, nacquero, in larga misura, dalla sconfitta della rivoluzione in Europa. In seguito, le politiche staliniste applicate a nuovi processi rivoluzionari originarono altre dure sconfitte: la nuova rivoluzione tedesca del 1923; quella cinese del 1925-1927; lo sciopero generale inglese del 1925 e, infine, la disastrosa politica stalinista di fronte alla nascita del nazismo. Ognuna di queste sconfitte fortificava e consolidava la casta dominante in Urss.
Sbaglia chi afferma che la burocratizzazione e lo stalinismo sono "figli legittimi" di Lenin e del Partito bolscevico, e che erano già latenti nelle sue concezioni. Lo stalinismo è il risultato di profondi processi economici, politici e sociali sfavorevoli ai lavoratori. D'altra parte, per dominare totalmente il partito bolscevico e l'apparato dello Stato, fu necessario un sanguinoso processo controrivoluzionario che assassinò o imprigionò migliaia di dirigenti, quadri e militanti. Il punto massimo furono i tristemente celebri "processi di Mosca", tra  il 1936 e il 1939, che decretarono l'esecuzione di dirigenti storici del partito, come Kamenev, Zinoviev e Bucharin, e l'assassinio di Trotsky, nel 1940. Lungi da nascere dal Partito bolscevico lo stalinismo ne fu il distruttore.

Un altro dei peggiori crimini stalinisti fu far credere a milioni di lavoratori di tutto il mondo che "l'Urss aveva già raggiunto il socialismo". Cosa completamente falsa non solo per il livello di sviluppo economico del Paese, notevole ma molto indietro rispetto alle principali potenze imperialiste, ma anche per l'esistenza di un Stato burocratico e repressivo che ostacolava qualunque tipo di democrazia per i lavoratori e per le masse popolari.
Questa identificazione fu aggravata, poi, con gli interventi repressivi dell'esercito sovietico nei Paesi dell'Europa dell'Est, come l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968. In questo modo, l'immagine del "socialismo reale" risultava una prospettiva molto poco attraente per milioni di lavoratori e militanti di tutto il mondo, facilitando così il lavoro ideologico contro il socialismo dell'imperialismo e delle borghesie nazionali.  

 

 

La restaurazione capitalista 

Nonostante le profonde deformazioni burocratiche, l'economia statale pianificata dimostrò tutte le sue potenzialità e l'Urss si trasformò in una grande potenza economica mondiale. L'esperienza si ripeterà, poi, in altri Paesi, come Cina e Cuba, che partirono da un grado molto basso di sviluppo e riuscirono comunque a superare la fame e la povertà estrema.
Ma questi progressi socioeconomici si diedero dentro le frontiere nazionali di Paesi arretrati, mentre l'imperialismo continuò a dominare complessivamente l'economia mondiale. Per questo, la burocratizzazione di quegli Stati conteneva in sé il germe della sua distruzione.
Cosa che era stata già prevista da Trotsky. In La Rivoluzione Tradita (1936), dopo aver constatato e rivendicato gli sviluppi economici dell'Urss, egli segnala che il futuro di quel Paese stava in un "pronostico alternativo": o si sarebbe avuta una nuova rivoluzione politica che, mantenendo le basi socioeconomiche dello Stato operaio, ricollocasse la classe operaia al potere e rialimentasse la rivoluzione mondiale, o la burocrazia, presto o tardi, avrebbe condotto alla restaurazione capitalistica.
Purtroppo questa previsione si realizzò nella sua forma negativa, alcuni decenni dopo. Fu la burocrazia diretta da Gorbaciov nell'Urss, Deng Xiao Ping in Cina, e Fidel Castro a Cuba, che restaurò il capitalismo in questi Paesi.
Per la Lit-QI, la restaurazione capitalista negli ex Stati operai non significò il fallimento del progetto della rivoluzione socialista internazionale, formulato da Marx, bensì il fallimento della sua falsificazione: la prospettiva stalinista del socialismo in un solo Paese.  

 

 

Trionfo del capitalismo? 

I borghesi e i loro apologeti sostengono che la caduta dell'Urss significò il fallimento definitivo della "utopia socialista" e il trionfo del capitalismo che avrebbe dimostrato essere un sistema socio-economico superiore.
In realtà, un sguardo obiettivo al mondo che ci è offerto da questo "capitalismo trionfante" ci permetterà di constatare rapidamente come crescono la povertà e la miseria, perfino negli Usa, il Paese più ricco del mondo, attraversato da fame, denutrizione infantile e degrado della vita umana. Per assicurare il suo dominio, l'imperialismo ricorra sempre di più alle invasioni coloniali e alle guerre, ai genocidi, come succede in Afghanistan, Haiti o Irak. Allo stesso tempo, la sua voracità di guadagni fa sì che lo stesso ambiente e la vita sul pianeta siano a rischio.
In Russia, e nella maggioranza degli ex Stati operai, la restaurazione capitalista e la distruzione delle conquiste nate dall'Ottobre in materia di sanità, alimentazione, abitazione significò una gigantesca catastrofe sociale. Ciò che si esprime in una caduta di sei o sette anni nell'aspettativa di vita media della popolazione russa dalla sparizione dell'Urss.
Se questa prospettiva è la cosa migliore che può offrire il "capitalismo trionfante", se questo è il punto massimo di sviluppo sociale che può raggiungere l'umanità, se non siamo capaci di superare l'attuale stato di cose, allora, il futuro della specie umana sarà completamente tragico e buio. Vorrebbe dire che il trionfo definitivo del capitalismo ha significato, in realtà, una tragica sconfitta. Oggi è allora più valida che mai l'alternativa formulata da Rosa Luexemburg: "Socialismo o barbarie."    

 

 

Un'esperienza superata? 

La caduta dell'Urss e il fallimento del "socialismo reale" hanno portato anche molti militanti che condividono la nostra critica al capitalismo alla conclusione che l'esperienza dell'Ottobre, sebbene eroica, non serve più come riferimento per gli attuali processi di lotta. 
Alcuni affermano che le condizioni in cui si realizzò la rivoluzione russa non esistono ormai più, pertanto i cambiamenti prodotti nel mondo in questi novant'anni avrebbero reso obsoleti i suoi insegnamenti. Altri affermano che quell'esperienza fallì perché si basava su concezioni sbagliate della società e dello Stato, come l'obiettivo erroneo di imporre la dittatura del proletariato, proposta da Marx, o la necessità di un partito centralizzato per dirigere il processo, formulata da Lenin. Queste concezioni e obiettivi sbagliati avrebbero contenuto, dall'inizio, il seme della burocratizzazione dello Stato e del partito e dell'inevitabile fallimento del processo rivoluzionario.
Da un bilancio fatto in questo modo, queste correnti hanno tratto la conclusione che è necessario proporre "nuove forme" di superamento del capitalismo. Per esempio, non bisognerebbe prendere il potere dello Stato, perché ciò corrompe, bensì costruire un "contropotere popolare" che, a un certo punto, supererà l'altro in modo indolore. O affermano semplicemente che le istituzioni della democrazia borghese sono le migliori per rappresentare i lavoratori e le masse popolari. Si tratterebbe, insomma, di "modificare il loro contenuto di classe" nella prospettiva di "radicalizzare la democrazia."
Negli anni trascorsi dalla caduta dell'Urss, queste proposte hanno avuto la possibilità di essere messe alla prova nelle lotte rivoluzionarie, specialmente in America Latina. Nessuna di esse è stata capace di aiutare nell'avanzamento di questi processi. Le esperienze di "trasformazione sociale" sono rimaste, nel meglio dei casi, a una distanza gigantesca da quella effettivamente compiuta con la rivoluzione russa.

D'altra parte, molti dei sostenitori della "radicalizzazione della democrazia" si sono trasformati in presidenti, ministri, parlamentari, ecc., e sono oggi attivi difensori del sistema capitalista e dello Stato borghese. Molti dei sostenitori della costruzione del "contropotere" sono ricorsi, per sostenere le loro organizzazioni, ai sussidi statali, di fondazioni di Paesi imperialisti o di imprese capitaliste. Per altre vie sono finiti anche a sostenere il sistema e lo Stato borghese, sotto forma di Ong.   

 

 

Il "socialismo del secolo XXI" di Hugo Chávez 

Ci riferiamo anche a Hugo Chávez e alla sua proposta di "nuovo socialismo del XXI secolo". Riteniamo sia una falsa illusione sperare che possano essere le forze armate borghesi e un settore della borghesia (la "borghesia boliviariana") a dirigere una trasformazione rivoluzionaria socialista in Venezuela.
Abbiamo già segnalato che il socialismo può essere costruito solo come un processo basato sulla mobilitazione e l'organizzazione autonome dei lavoratori e delle masse popolari, per costruire un nuovo sistema politico-economico-sociale al servizio delle loro necessità. Per svilupparsi, questo processo deve lottare non solo contro l'imperialismo ma anche contro le borghesie nazionali alleate o subordinate a esso. La storia ci ha già mostrato vari esempi di questo falso "socialismo borghese", come il peronismo argentino o il nasserismo egiziano, che si limitarono a fare alcune riforme ma non trasformarono (né si proponevano di farlo né potevano farlo) le basi economiche capitalistiche di quei Paesi né la radice di classe dello Stato.
Al contempo, il mantenimento delle pessime condizioni di vita dei lavoratori venezuelani, nonostante le grandi entrate derivate dalle esportazioni di petrolio, e la repressione delle loro lotte reali (come è accaduto con Sanitario Maracay, i lavoratori del petrolio e gli impiegati statali) stanno, a poco a poco, facendo cadere la maschera da questo cosiddetto "socialismo del XXI secolo". 

 

 

L'esperienza della Terza Internazionale

Dopo l'Ottobre, uno dei principali compiti assunti dalla direzione di Lenin e Trotsky fu la costruzione di una nuova organizzazione rivoluzionaria internazionale con influenza di massa: la Terza Internazionale. 
Entusiasmati per il trionfo della rivoluzione russa, e per le prospettive che apriva, milioni di lavoratori e militanti di tutto il mondo risposero all'appello. Molti di essi abbandonavano i putridi partiti socialdemocratici; altri erano giovani che iniziavano in quel momento la loro lotta.
Così nacquero partiti comunisti in molti Paesi del mondo. Bisognava educare e formare quell'immensa avanguardia rivoluzionaria affinché potesse intervenire e dare risposte ai processi nei diversi Paesi. I documenti e le risoluzioni votati nei quattro primi congressi dell'Internazionale (1919-1922) furono una "vera scuola di strategia rivoluzionaria". Al contempo si stabilirono le condizioni e i criteri di funzionamento affinché questi partiti fossero accettati come sezioni della Terza Internazionale.
Fu il maggiore tentativo nella storia di costruire un'organizzazione rivoluzionaria internazionale con influenza di massa. Purtroppo, il tempo fu scarso e le rivoluzioni si producevano più rapidamente del tempo necessario per forgiare gli strumenti rivoluzionari necessari in ogni Paese. È un'esperienza dalla quale dobbiamo ricavare molti insegnamenti.
Successivamente, anche la Terza Internazionale soffrì di una, diretta dallo stalinismo, che la condusse a trasformarsi in un ufficio della politica estera della burocrazia sovietica. Infine essa fu sciolta nel 1943, secondo la richiesta fatta a Stalin dal dirigente politico dell'imperialismo britannico Winston Churchill. 

 

 

La necessità di ricostruire la Quarta Internazionale 

Dal 1933, di fronte alla disastrosa politica stalinista in Germania che aiutò il trionfo del nazismo, Trotsky considerò che "la Terza Internazionale era morta come organizzazione rivoluzionaria" e dichiarò la necessità di costruire una nuova organizzazione. Ciò si concretizzò, nel 1938, con la fondazione della Quarta Internazionale.
La Quarta Internazionale si costruì in continuità con la Terza, sulla base della difesa del programma marxista rivoluzionario, della tradizione dell'Ottobre e della costruzione di partiti rivoluzionari di fronte alla distruzione che realizzava lo stalinismo. Inserì anche nel suo programma la necessità di una rivoluzione politica in Urss per abbattere la burocrazia e consentire così alla classe operaia di riappropriarsi del potere. 
Tuttavia, a differenza della Terza Internazionale, la Quarta non nacque con un peso di massa. Le difficili condizioni in cui nasceva le imposero di limitarsi a raggruppare alcune migliaia di militanti in tutto il mondo per un compito inizialmente difensivo. Allo stesso tempo, essa tentava anche di educare dei quadri che si preparassero a dirigere la successiva ondata rivoluzionaria, legata alla nuova guerra mondiale che si avvicinava.
La Quarta Internazionale non potè però conseguire questo secondo obiettivo. La maggioranza della direzione che sopravvisse dopo l'assassinio di Trotsky cominciò ad abbandonare gli insegnamenti di Lenin e Trotsky e a capitolare allo stalinismo che riscuoteva nuove adesioni dopo la sconfitta del nazismo e la nascita di nuovi Stati operai nel mondo. Le risposte sbagliate che questa direzione diede ai processi politici rivoluzionari portarono a una crisi e alla sua divisione in varie correnti, nel 1953.
Da allora è posto il compito fondamentale di ricostruire l'Internazionale, come embrione del partito della rivoluzione mondiale.
In questi decenni, attraverso le sue diverse correnti, il trotskismo è cresciuto. Attualmente, decine di migliaia di militanti, in tutto il mondo, si rivendicano o provengono da esso e agiscono nei processi dei rispettivi Paesi. Allo stesso tempo, obiettivi del trotskismo, come la realizzazione di un incontro sindacale latinoamericano, formulato da Trotsky nel 1938 in Messico, cominciano a essere ripresi e realizzati da organizzazioni del continente, come la Cob, Conlutas del Brasile, Batay Ouvriye di Haiti e la Tendenza Classista e Combattiva dell'Uruguay.
E' necessario ricordare l'impatto che la caduta dell'apparato stalinista dell'Urss ebbe sulla sinistra e sulle forze trotskiste in particolare. Secondo la Lit-QI, questo fatto, benché provocasse una gran confusione nella coscienza di milioni di lavoratori e militanti, liberò anche immense forze per lo sviluppo della rivoluzione mondiale perché con il crollo dello stalinismo fu distrutto il principale ostacolo dalla "loro parte" che i lavoratori dovettero affrontare per quasi tutto il XX secolo per il trionfo delle lotte rivoluzionarie. Per questo riteniamo che le condizioni per ricostruire la Quarta Internazionale, e avanzare verso la costruzione di una direzione rivoluzionaria internazionale con influenza di massa, siano oggi migliori che prima della caduta dell'apparato stalinista. 
Viceversa, una parte significativa delle correnti trotskiste arrivò alla conclusione opposta: secondo loro si allontanava la possibilità dalla rivoluzione. Così, in quella che abbiamo definito una "alluvione opportunista", abbandonarono esplicitamente o con la politica che attuarono, il compito di ricostruire la Quarta Internazionale e di difendere il suo programma rivoluzionario.
Per la Lit-QI, le lotte rivoluzionarie che oggi attraversano il mondo tornano a porre all'ordine del giorno la prospettiva e la necessità della rivoluzione socialista. I processi che viviamo in America Latina (Ecuador, Argentina, Bolivia e Venezuela), il pantano in cui è immerso l'imperialismo in Medio Oriente (attaccato dalla resistenza sempre più forte delle masse popolari irachene, afgane, libanesi, ecc.), sono esempi che dimostrano che la lotta di classe nel mondo, lungi dall'essere conclusa (come fantasticava, anni fa, Francis Fukuyama), è sempre più forte. 
Ma queste lotte eroiche, senza una prospettiva di rivoluzione socialista nazionale e internazionale, sono condannate al fallimento o a successi effimeri destinati a retrocedere. Per questo motivo gli insegnamenti dell'Ottobre mantengono tutta la loro validità. Specialmente che la rivoluzione socialista mondiale necessita di un'organizzazione rivoluzionaria internazionale e di partiti rivoluzionari in ogni Paese per dirigerla.

Celebrando i novant'anni della rivoluzione di Ottobre, vogliamo dire ai lavoratori e alle masse popolari del mondo che il più imprescindibile di tutti i compiti è la ricostruzione della Quarta Internazionale e delle sue sezioni, i partiti rivoluzionari.
Sulla base di questa esigenza centrale, la Lega Internazionale del Lavoratori - Quarta Internazionale si impegna a porre tutte le sue forze al servizio di questo compito e fa appello a tutti i rivoluzionari del mondo a unirsi ad essa. Crediamo che sia questo il miglior omaggio che possiamo fare nel novantesimo anniversario della rivoluzione russa.  

 

Viva la rivoluzione russa! 

Viva la lotta dei lavoratori e delle masse popolari di tutto il mondo! 

Viva la rivoluzione socialista mondiale! 

Per la ricostruzione della Quarta Internazionale!   

 

 

 

(trad. di Francesco Ricci dall'originale in spagnolo)

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