Vicenza, 23 giugno
Con i profughi in lotta!
di Patrizia Cammarata

“Permesso di soggiorno per motivi umanitari!”
Con questa richiesta, scandita a gran voce, si è
svolta a Vicenza, sabato 23 giugno, una vivace e determinata manifestazione
organizzata dal Coordinamento Migranti di Vicenza (federato Cub) che ha visto
un folto gruppo di profughi percorrere le strade di Vicenza, da Campo Marzio,
viale Roma, via Venezia, Ponte Furo, contrà Santi Apostoli fino ad arrivare
alla prefettura, bloccando per tutto il percorso il traffico. Nessuna tensione,
comunque, anzi, diversi i passanti che si fermavano a chiedere e che leggevano
con interesse il volantino distribuito.
Ibrahima Barry e Titus Glover, del Coordinamento,
spiegavano: "Sono scappati dall’orrore della guerra e ora sono qui ma non
possono fare nulla, non hanno i documenti. A Vicenza questi ragazzi sono
disperati, parcheggiati nelle strutture, sono completamente sradicati e due
ragazzi sono impazziti, ci sono stati atti d’autolesionismo. E quelli di loro che
sono stati inseriti, lavorano con un permesso provvisorio, hanno seguito corsi
di lingua ed ora se ne dovrebbero tornare a casa dove non hanno alcuna
possibilità per sperare in un futuro. Avevano lasciato la loro terra, diversi
fra questi giovani provengono dal Mali, Ghana, Togo e Liberia, per andare in
Libia e lavoravano tutti, poi la guerra, si sono trovati da un giorno all´altro
prima a Lampedusa e poi a Vicenza. Non è accettabile tutto questo. Con questa
manifestazione vogliamo far capire
questa situazione e la prossima manifestazione la organizzeremo a Verona, sede
della Commissione che rilascia i permessi".
Per i rifugiati provenienti dalla Libia il governo non ha ritenuto di disporre il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari ma ha preferito indicare la strada della presentazione della domanda di protezione internazionale, che i manifestanti respingono in quanto è una procedura lunga, difficoltosa, onerosa e con facile esito negativo. Il rischio per questi ragazzi è che saranno clandestini a tutti gli effetti per cui dovranno lasciare l'Italia, il permesso di rimanere in Italia scade il prossimo 31 dicembre e per quelli, provenienti da altri Paesi e che si trovavano in Libia per lavorare, si prospettano mesi difficili.
Durante la conferenza stampa Moustapha Wagne spiegava ai giornalisti presenti: “Si è trattato di un’ emergenza, in poche ore questi ragazzi si sono trovati a decidere: O rimani in Libia e rischi di essere ammazzato o diventi mercenario oppure sali sulla nave per l’Italia. Noi vogliamo che questi ragazzi abbiano subito il permesso per motivi umanitari. Il governo italiano ha avuto 250 milioni di euro dalla Comunità Europea per accogliere questi ragazzi e gestire la situazione. I soldi sono stati incassati, alcuni Comuni, come quello di Vicenza, ha accettato di occuparsene ma non sembra chiaro come sono gestiti questi soldi. Sembra chiaro che non si volevano i ragazzi ma solo i soldi. Il governo Monti, appoggiato da Pd e Pdl, ha bisogno di gestire i 250 milioni di euro ma i ragazzi sono considerati spazzatura. Denunciamo la vergogna del sindaco del Pd Variati, del prefetto che non dicono nulla mentre sanno che questi ragazzi sono come prigionieri.Tutti insieme faremo questa sfida e chiameremo la città di Vicenza e inchioderemo alle loro responsabilità il vescovo, l’assessore, il sindaco, il responsabile dell’ufficio immigrazione della questura. Sul piano giuridico c’è poco da fare ma sul piano politico c’è molto da fare: oggi siamo qui e faremo altre iniziative, altre manifestazioni”.
Alla manifestazione, insieme ai profughi, c’erano alcuni lavoratori nativi e immigrati che hanno portato la propria solidarietà e c’erano i militanti della sezione locale di Alternativa Comunista, unico partito presente.
