Usb firma l'accordo-vergogna sulla
rappresentanza sindacale
Bisogna unire le lotte contro l'accordo,
scavalcando le burocrazie sindacali
di Conny Fasciana e Mauro Buccheri

Presidio di Usb contro l'accordo della vergogna... che ora ha firmato
La
direzione dell'Unione Sindacale di Base (Usb) ha capitolato all'accordo vergogna
sulla rappresentanza sindacale. In un comunicato pubblicato qualche giorno fa
sul sito dell'Usb, infatti, viene riportata la delibera del Consiglio nazionale
dell'Unione Sindacale di Base, riunito a Roma il 23 maggio 2015, il quale
sostiene che “a fronte della sentenza emessa dal Tribunale di Roma che ha
rigettato il ricorso legale nei confronti dell'accordo del 10 gennaio 2014
sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e prendendo atto della
pressante richiesta di migliaia lavoratori, iscritti e delegati sindacali USB
di non abbandonare il presidio sindacale nelle fabbriche e nei posti di lavoro,
è costretto a dare formale adesione all'accordo del 10 gennaio” (1).
L'argomentazione,
se così si può definire, lascia esterrefatti in ogni suo punto. In primo luogo,
come Pdac, abbiamo sin da sempre sostenuto che è assolutamente illusorio
ritenere, come fa la direzione di Usb (nonché la direzione della Fiom e quelle
di altre organizzazioni sindacali, sia pure a parole “conflittuali”) che la
magistratura borghese possa risolvere i problemi della classe operaia. Inoltre,
se l'Usb avesse voluto davvero tutelare i lavoratori, si sarebbe ben guardata
dall'avallare un accordo che semmai mira proprio a mettere la pietra tombale
sulla democrazia sindacale e sul conflitto nei luoghi di lavoro (2).
Una capitolazione prevedibile
Dato
il comportamento opportunistico già manifestato in tante occasioni dalla
microburocrazia dirigente di Usb, non ci meravigliamo di questo esito
(vergognosa ad esempio, qualche settimana fa, la firma della Usb lavoro privato
di Taranto, assieme a Cgil e Cisl e Uil, sui famigerati “contratti di
solidarietà”, che avallano lo sfruttamento selvaggio dei lavoratori a tre euro
l'ora; 3). Né ci meravigliamo del fatto che, come avviene in questi casi,
un'operazione opportunistica venga giustificata dai suoi promotori in
funzione dell' “interesse” dei lavoratori. E' un film già visto infinite volte.
La
verità è che, contrariamente a quanto leggiamo nel suddetto comunicato di Usb,
questo sindacato non ha mai fatto “lotte e mobilitazioni contro i contenuti di
quell'accordo”, ma si è limitata a contrastarlo a parole e nelle aule
giudiziarie, salvo poi oggi firmarlo, nonostante l'Usb stesso ritenga tale accordo
“assolutamente negativo” e lo consideri una “pesante sconfitta del mondo del
lavoro che ci riporta indietro di decenni e che si colloca in un riassetto
autoritario della società sia a livello Italiano che Europeo”. Roba da fare
impallidire la logica aristotelica.
E
del resto, l'azione di questo sindacato è spesso stata caratterizzata da
pratiche settarie ed autoreferenziali, cioè pratiche finalizzate alla
coltivazione degli orticelli di parte piuttosto che all'unità delle lotte dei
lavoratori e alla loro solidarietà reciproca. Così è stato, per fare solo un
esempio, quando mesi fa Usb si è tirata indietro dallo sciopero generale
indetto dal sindacalismo di base per il 14 novembre 2014, proclamando uno
sciopero in solitaria per il 24 ottobre 2014 e spezzando pertanto il fronte.
Quello che non serve ai lavoratori
Il
lupo perde il pelo ma non il vizio. Dopo essersi affidata unicamente alla
magistratura, cioè uno dei tre poteri dello Stato borghese, quello giudiziario,
ora Usb sostiene di voler fare pressioni sul Parlamento, altro potere dello
Stato borghese, quello legislativo, affinché questo si assuma “le
proprie responsabilità” ed emani “una legge democratica sulla rappresentanza e
rappresentatività nei luoghi di lavoro ponendo fine al monopolio della
rappresentanza sindacale”. Ci manca solo che fra qualche giorno l'Usb faccia
affidamento sull'altro potere dello Stato borghese, cioè quello esecutivo,
e il quadro sulla vicenda sarà completo (4). Tutto ciò è quantomeno
inquietante, per un'organizzazione che sostiene – a partire dai documenti
congressuali – di voler costruire un “sindacato di classe”, cioè
un'organizzazione che faccia gli interessi della classe lavoratrice contro
quelli della classe padronale. Ci si affida insomma ai carnefici dei lavoratori
(è risaputo difatti che parlamenti, esecutivi e magistratura sono
“responsabili” di fronte ai padroni, non certo di fronte ai lavoratori)!
Sarebbe questa l' “alternativa” alla triplice che i dirigenti dell'Usb
intendono costruire?
La
firma dei dirigenti di Usb sull'accordo vergogna, dopo quella della Fiom e dei
Cobas Lavoro privato (5), ci dà la misura della condizione di terribile
arretratezza del sindacalismo in Italia, incluso quello che si autodefinisce
“di base” o “conflittuale”. Di fronte a questo stato di cose, pensiamo che gli
iscritti di Usb (così come delle altre organizzazioni capitolarde) che
comprendono la gravità di quanto accaduto debbano fare pressioni sui vertici
del loro sindacato, per indurli a recedere da scelte così disastrose per il
mondo del lavoro.
Quello che serve ai lavoratori
Riteniamo
necessario continuare nelle piazze e nei luoghi di lavoro la mobilitazione
contro l'accordo vergogna, sostenendo e allargando la campagna lanciata lo
scorso anno dal Coordinamento No Austerity, che ha conosciuto in questi mesi
l'adesione di tanti attivisti e settori dei sindacati combattivi, e che ha
sviluppato una lunga serie di iniziative su tutto il territorio nazionale.
Riteniamo
altresì fondamentale l'unità e la solidarietà delle lotte e dei lavoratori
contro gli attacchi che il governo Renzi, in perfetta continuità con i governi
precedenti, sta portando alla democrazia sindacale e, più in generale, alle
condizioni materiali di vita delle persone, e pensiamo che i lavoratori debbano
porsi l'obiettivo di una mobilitazione unitaria e di massa, bypassando quelle
burocrazie sindacali che hanno finora dimostrato di temere le lotte dei
lavoratori, anziché cercare di promuoverle, e che hanno dimostrato di
costituire un tappo rispetto alla possibilità di sviluppo del conflitto
sociale. Di certo serve un sindacato di classe e combattivo, che abbia
nell'unità e solidarietà delle lotte e nella democrazia sindacale i capisaldi
della propria azione.
Come
Pdac siamo impegnati a costruire un'opposizione di classe al padronato e ai
suoi governi, stesso lavoro che i nostri
compagni di altre sezioni della Lit-Quarta Internazionale stanno facendo in
altri Paesi. Questa è la strada da seguire, come conferma ad esempio lo
sviluppo delle lotte negli ultimi mesi in Brasile, con insegnanti in sciopero
ad oltranza, picchetti e occupazioni nelle fabbriche, mobilitazioni di massa
che hanno costretto il padronato ad arretrare rispetto a licenziamenti e
attacchi ai diritti dei lavoratori.
Nel
frattempo, lavoriamo alla costruzione dell'organizzazione rivoluzionaria
internazionale necessaria per portare alle estreme conseguenze la lotta sociale
contro il padronato e i suoi governi, cioè al rovesciamento del sistema
capitalista e a governi dei lavoratori per i lavoratori.
Note
1 http://www.usb.it/index.php?id=1132&tx_ttnews[tt_news]=83104&cHash=6c742287f0
2 Per conoscere meglio i contenuti dell'accordo vergogna: http://www.alternativacomunista.it/content/view/2032/78/
3 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=972063162818133&set=gm.750255068423309&type=1&theater
4 Passo che in realtà non costituirebbe una novità per Usb. Molto significativo, a tal proposito, questo comunicato ossequioso che resoconta di un incontro di Usb con Enrico Letta, ex premier bildeberghiano di cui viene sottolineata la “sensibilità”: http://confederazione.usb.it/index.php?id=20&tx_ttnews[tt_news]=62579&cHash=46131474b2&MP=63-552
5 In un comunicato uscito qualche giorno fa, Cobas Lavoro Privato accusa Usb di avere promosso un'azione legale contro l'accordo vergogna solo “per illudere e farsi campagna”: http://www.cobaslavoroprivato.it/usb-alla-fine-hanno-firmato-chi-dubitava/. Mentre sul sito della Confederazione Cobas si rinfaccia ad Usb di essere responsabile di una “farsa strumentale e grottesca”, dato che, dopo avere attaccato per mesi i Cobas accusandoli di aver firmato l'accordo vergogna, alla fine Usb ha fatto la stessa cosa, attuando una “precipitosa svolta a 180 gradi” ! http://www.cobas.it/Notizie/Cronaca-di-una-firma-annunciata