Sosteniamo lo sciopero del 13 luglio e costruiamo un grande sciopero generale unitario
UNO SCIOPERO GENERALE PER SPINGERE IL GOVERNO E... FARLO PRECIPITARE
LA GUERRA SOCIALE DI PRODI CONTRO I LAVORATORI
La guerra sociale del governo Prodi non si è
mai arrestata fin dal suo insediamento.
La finanziaria
2007, finalizzata al rilancio del capitalismo italiano nei
mercati internazionali, ha fortemente penalizzato i lavoratori e le masse
popolari e ha dato il via all'attacco al sistema previdenziale attraverso
l'aumento dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti e il furto del
Tfr/Tfs.
Il patto di ferro in dodici punti di febbraio ha accelerato la politica estera
"multilaterale" del governo con il rifinanziamento delle missioni militari (a
partire dall'Afghanistan), la permanenza nella Nato e l'allargamento della base
militare Usa a Vicenza. In tema di pensioni, l'obiettivo era l'aumento dell'età
pensionabile (gli scalini di Damiano al posto dello scalone di Maroni) e la
revisione dei coefficienti di trasformazione, tagliando i rendimenti
pensionistici di un'ulteriore 6-8%. Si confermavano un piano di infrastrutture
con la realizzazione della Tav, una nuova ondata di liberalizzazioni e
privatizzazioni, la riduzione della spesa pubblica per servizi sociali, sanità,
scuola pubblica.
E ancora, con l'ultimo Dpef i padroni si sono scatenati nel
richiedere interventi finalizzati alla competitività e alla produttività, la
conferma delle riforme Dini e Maroni sulle pensioni e della Legge 30 sulla
precarietà, la decontribuzione degli straordinari, gli incentivi alla
contrattazione integrativa aziendale e la triennalizzazione dei contratti.
E' chiara l'intenzione del governo di fare
cassa attraverso ulteriori privatizzazioni di Alitalia, Poste Italiane, Istituto
Poligrafico, Tirrenia e la quotazione in borsa di Fincantieri.
Per gli anziani e i giovani precari si
vogliono far passare per ammortizzatori sociali aumenti miserevoli per i
pensionati "al minimo", un lieve incremento dell'assegno di disoccupazione,
qualche soldo per coprire i buchi dei contributi figurativi. E intanto, come
richiesto da "lor signori" la legge 30 non si tocca (altro che abrogazione!) e
si procede allo smantellamento della previdenza pubblica già duramente attaccata
negli anni passati con l'innalzamento progressivo dell'età pensionabile e la
modifica del sistema di calcolo del rendimento pensionistico.
Nulla di nuovo,
dunque, se oggi il governo vuole fare "cassa" con i risparmi sulle pensioni. Nel
frattempo si terrorizzano i giovani e i lavoratori creando lo spettro delle
contrapposizioni generazionali. Ma è provato che il sistema pensionistico è in
equilibrio: non è necessario alcun aumento dell'età pensionabile che suona oggi
più che mai come una beffa per i lavoratori che vengono espulsi prima del tempo
dal mondo del lavoro e per i giovani, costretti a lavori intermittenti con
salari da fame e quindi di fatto impossibilitati a costruire la propria
copertura pensionistica.
ADERIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 13 LUGLIO
Di fronte al "teatrino" di governo e sindacati concertativi
su "scalone", "scalini" ecc., pretesto per la definizione dei rapporti di forza
nella maggioranza di governo, occorre dire con forza che i lavoratori e i
giovani precari non ci stanno.
Per questo motivo il Partito di Alternativa
Comunista aderisce allo sciopero generale indetto per il 13 luglio da A.L.Cobas,
CIB Unicobas, CUB, SdL, che rappresenta oggi la materializzazione di un dissenso
e di un disagio sempre più diffuso tra i lavoratori.
COSTRUIAMO UN GRANDE SCIOPERO GENERALE UNITARIO CONTRO IL GOVERNO DEI PADRONI
Ma il 13 luglio può essere solo un punto di partenza e non
deve essere inteso in una logica di pressione un po' più a sinistra sul
governo.
Occorre invece rovesciare attraverso la mobilitazione di
massa tutti i tavoli di concertazione aperti tra sindacati, governo e padronato.
Dai vari tavoli sulla previdenza, sul pubblico impiego, sul mercato del lavoro,
sulla produttività, ecc. non possono che derivare, come abbiamo verificato fino
ad oggi, accordi al ribasso fatti in nome delle compatibilità del sistema
capitalistico. Ed è proprio per assecondare queste compatibilità che il governo
ha la necessità di coinvolgere le sinistre riformiste e i sindacati che,
attraverso la concertazione hanno la funzione di ingabbiare, controllare e
raffreddare le lotte giovanili, operaie e popolari contro la guerra sociale
scatenata dal governo.
Occorre costruire un'opposizione di massa a queste
politiche antioperaie e antipopolari, fuori da ogni logica di pressione sul
governo che ha dimostrato, al di là di facili enunciazioni propagandistiche, la
totale impermeabilità a qualsiasi rivendicazione dei lavoratori e delle classi
popolari.
Per questo è necessario costruire un fronte unico di lotta di ampi
settori di classe, dal sindacalismo di base, alla Rete 28 aprile in Cgil (che
deve abbandonare anch'essa ogni forma di pressione sulle burocrazie della Cgil
dimostrandosi conseguente rispetto a rivendicazioni soltanto proclamate), ai
partiti della sinistra di classe, ai comitati di lotta, alle Rsu, per arrivare
ad un grande sciopero generale unitario contro il governo.
BISOGNA RESPINGERE SUBITO L'ATTACCO ALLE PENSIONI, SERVE UNA NUOVA PIATTAFORMA DI LOTTA, PER UN'ALTERNATIVA DEI LAVORATORI
Proprio la destrutturazione del sistema pensionistico, della
contrattazione nazionale e del lavoro a tempo determinato possono rappresentare
il terreno su cui avanzare una vertenza generale che unifichi i lavoratori, i
disoccupati, i precari, sulla base di una piattaforma che preveda:
- la
difesa del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni con la reintroduzione
della scala mobile, contro l'attacco al modello contrattuale nazionale che in
nome della produttività penalizza i lavoratori in termini di salario, orari e
condizioni di lavoro;
- la lotta al lavoro precario per la stabilizzazione
con contratti a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari nel pubblico e
nel privato contro ogni processo di privatizzazione e esternalizzazione; la
riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, senza flessibilità e
annualizzazione, con drastica riduzione dello straordinario, per liberare posti
di lavoro per disoccupati e lavoratori precari; un salario sociale per i
disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione;
- il ripristino del
sistema previdenziale pubblico a ripartizione con il controllo dei lavoratori
sul proprio Tfr/Tfs; contro ogni ipotesi di aumento dell'età pensionabile (né
scalini, né scalone);
- la rivendicazione della la natura pubblica di
istruzione, sanità, trasporti, comunicazioni e servizi essenziali contro i
finanziamenti alle scuole, università, cliniche private, contro
esternalizzazioni e privatizzazioni;
- l'esercizio dell‘elementare diritto
dei lavoratori di esprimersi con il referendum sulle piattaforme e sugli
accordi;
- la chiusura di tutti i Cpt, il permesso di soggiorno per i
lavoratori immigrati e la loro libera circolazione contro ogni controllo
repressivo alle frontiere,
- l'abolizione delle spese militari, il ritiro
dei militari dall'Afghanistan, Iraq, Libano e da tutte le missioni all'estero,
no a nuove basi militari statunitensi e chiusura e riconversione ad uso civile
di quelle già esistenti.
Tali rivendicazioni implicano necessariamente da
subito una battaglia per l'abolizione delle leggi Dini, Moratti e Berliguer,
delle leggi 30 e Treu, della Turco-Napolitano, della Bossi-Fini e della
Ferrero-Amato che ne riproduce gli assi centrali. Tutte leggi al servizio degli
interessi della Confindustria e contro il mondo del lavoro e le esigenze dei
giovani.
Una vertenza generale che farà crescere la forza necessaria per
mandare a casa questo governo, presupposto indispensabile per costruire
un'alternativa vera, un governo dei lavoratori e per i lavoratori.