Solidarieta' ai lavoratori del Si.Cobas
aggrediti durante lo sciopero!
Unita' di classe e di lotta contro i padroni!
Alternativa
Comunista esprime la propria solidarietà agli operai del Si.Cobas che, durante uno
sciopero a Carpiano, sono stati aggrediti da una banda di picchiatori
intenzionata a rompere il picchetto. Questa vergognosa azione squadrista, che
ha visto la partecipazione attiva di fascisti e padroncini, è stata respinta
dalla resistenza degli operai. Alcuni lavoratori e attivisti sindacali sono
rimasti feriti: a loro va tutto il nostro sostegno. Saremo in prima linea, al
fianco di questi operai, nella difesa del loro diritto di scioperare e
organizzare picchetti: un diritto inviolabile.
Riteniamo
che azioni di questo tipo confermino l'urgenza di organizzare l'autodifesa
operaia e di allargare la solidarietà di classe. E' infatti evidente che
padroni e capetti non si fermano di fronte a nulla: quando uno sciopero è
scomodo perché ostacola i profitti, sono pronti a ricorrere in primo luogo alla
repressione poliziesca e, se non basta, anche all'organizzazione di bande
fasciste.
Esprimendo
solidarietà incondizionata agli operai e al loro sindacato di fronte a questa
aggressione dobbiamo esprimere preoccupazione per alcune dinamiche che si
stanno verificando in uno dei settori più combattivi della nostra classe,
quello degli operai della logistica e delle cooperative in appalto alle grandi
multinazionali.
Il
processo estremamente progressivo, che ha visto organizzarsi alte percentuali
di questo settore operaio nel sindacalismo conflittuale e di base (i
"cobas" di varie sigle) rompendo coi grandi sindacati burocratici,
non va sempre di pari passo con altre esigenze imprescindibili della lotta
operaia: quelle dell'unità di classe contro i padroni e della democrazia
operaia.
Senza
entrare nel merito delle differenze tra le varie sigle sindacali "di
base" di questo settore, constatiamo che si stanno approfondendo divisioni
dannose per l'interesse complessivo della nostra classe. Queste divisioni
stanno generando una situazione che rischia di tradursi in un grosso vantaggio
per i padroni.
Non
ci riferiamo alle legittime divergenze tra sigle sindacali nel condurre lotte e
trattative. Ciò che stigmatizziamo è che tali divergenze possano arrivare a legittimare
pratiche che negano alcuni principi della lotta di classe e della morale
rivoluzionaria.
Risultano,
ad esempio, inquietanti le dichiarazioni di un dirigente sindacale (che
circolano su internet) che è arrivato persino a discutere su facebook con
crumiri e capetti, alcuni dei quali con simboli fascisti, della necessità di
"forzare la ripresa del lavoro, sperando di evitare le botte con gli altri
operai."
Al
di là di qualsiasi discussione di tattica o strategia sindacale, dell'opinione
su questo o quell'accordo, su questo o quello sciopero, è chiaramente
incompatibile con il sindacalismo combattivo qualsiasi minaccia di attaccare
altri lavoratori impegnati in un picchetto di sciopero. Ancora più grave, se
possibile, aprire un dialogo su azione anti-sciopero con avversari di classe e
con fascisti dichiarati.
Ma
al di là di questo caso eclatante, sono presenti nella pratica di alcuni
dirigenti di tutti questi sindacati azioni che talvolta travalicano i confini
di classe e negano la democrazia operaia: collaborazione con l'avversario di
classe per ostacolare azioni di sciopero o di lotta di altri sindacati; utilizzo
sistematico della calunnia verso gli attivisti di altri sindacati; approvazione
di licenziamenti laddove in questi siano coinvolti lavoratori di un altro
sindacato; collaborazione coi padroni nell'emarginazione di attivisti operai;
firma di accordi senza consultazione degli operai in lotta; violenze
maschiliste.
Si
tratta di pratiche che, se non contrastate, oltre a indebolire la battaglia di
questo specifico settore operaio, rischiano di ostacolare la possibilità di
costruire un ampio fronte di classe e di lotta esteso a tutti i lavoratori. Se
il settore della classe che, in questi anni, ha condotto le lotte più avanzate
si presenta lacerato al proprio interno da una violenta e controproducente
guerra senza principi tra pochi "leader", a rimetterci sarà tutta la
classe lavoratrice, che ha visto nei "cobas" della logistica un punto
di riferimento per combattività e determinazione.
Nel
ribadire la nostra incondizionata solidarietà agli operai e attivisti sindacali
di qualsiasi sigla che subiscano azioni squadriste come quella di Carpiano,
facciamo appello a tutti i sindacati conflittuali ad attivarsi al fine di
promuovere la più ampia unità di lotta contro i padroni, anteponendo le
esigenze generali della classe alle divisioni tra le sigle.
Partito di Alternativa Comunista