Partito di Alternativa Comunista

Sciopero Fiom e manifestazione del 28 marzo

Sciopero Fiom e manifestazione del 28 marzo

Per una lotta prolungata

contro il Jobs act!

Costruiamo l’alternativa di classe

al governo dei padroni!

Lo sciopero generale del 12 dicembre doveva essere, nelle roboanti dichiarazioni dei burocrati della Cgil, l’inizio di una lotta prolungata per l’abolizione della riforma del lavoro varata dal governo Renzi, nota come Jobs Act. E’ stato invece l’inizio di una smobilitazione che ha permesso il varo di questo ennesimo attacco ai lavoratori senza grandi problemi per governo e Padroni. Già aver indetto lo sciopero dopo l’approvazione del Jobs Act in Parlamento era un segnale delle reali intenzioni di Camusso e soci.
Adesso ci troviamo di fronte all’ennesimo gioco delle parti. I decreti attuativi del governo hanno definito in modo più chiaro il carattere reazionario e antioperaio del Jobs Act. La Camusso rinvia ogni ipotesi di ulteriore mobilitazione, vagheggiando di una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare per un nuovo Statuto dei Lavoratori.

Landini tenta di apparire come il leader più radicale, proclamando uno sciopero generale dei metalmeccanici: sciopero di 4 ore da svolgersi in ogni provincia nella settimana che precede la manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per sabato 28 marzo.
La piattaforma sulla quale è convocata quella mobilitazione è l’ennesima prova di quanto la retorica, barricadera a parole, del segretario dei metalmeccanici si trasformi in un’azione meno che moderata: si fanno generici richiami ai diritti dei lavoratori, sorvolando sul fatto che, dopo alcune schermaglie iniziali, la Fiom sta rinnovando le Rsu seguendo i dettami dell’accordo della vergogna del 10 gennaio, alla difesa dei salari, alla richiesta di una Europa che sia dalla parte dei lavoratori. Parole che chiunque potrebbe sottoscrivere: da Renzi a Marchionne allo stesso Draghi.

Nessun accenno alla necessità di una radicale mobilitazione contro il governo e la borghesia nazionale, nessun accenno al carattere imperialista dell’Europa di Maastricht, nessuna denuncia del capitalismo e dei suoi effetti devastanti sulle condizioni di vita di milioni di proletari in Europa.

Nonostante questo, come Partito di Alternativa Comunista facciamo appello perché lo sciopero dei metalmeccanici abbia successo: un successo che può essere tale solo se i lavoratori riusciranno a andare oltre la gabbia della concertazione e della moderazione nella quale i burocrati della Fiom, come quelli della Cgil, vogliono costringerli.
La vera opposizione sociale che oggi serve non è l’Alleanza sociale vagheggiata da Landini: un’unione di sigle politiche, sindacali e sociali subalterne al centro sinistra, mentre una vera opposizione al Governo può nascere solo unificando le varie realtà di fabbrica che oggi stanno lottando, i lavoratori, in maggioranza immigrati, della logistica, i movimenti contro la Tav, il Mous, l’Expo ecc.

L’opposizione che oggi serve deve avere una chiara piattaforma di rivendicazioni di classe e anticapitaliste. Un fronte unico creato su queste basi potrà non solo fermare gli attacchi del governo al mondo del lavoro, ma creerà le condizioni per cui i lavoratori possano passare all’offensiva.

 

 

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