Ecco cosa succede quando ci si affida alla giustizia borghese
LA FIAT LICENZIA 19 DIPENDENTI
A POMIGLIANO
Solo con la lotta si strappano vittorie durature
di Massimiliano Dancelli (*)
La Fiom aveva presentato ricorso per discriminazione
in tribunale quando i lavoratori suoi tesserati vennero esclusi dal piano di
rilancio dello stabilimento Fiat di Pomigliano. Ora che il giudice ha imposto
l'assunzione di 19 lavoratori Fiom, l'azienda ha dichiarato di "essere costretta"
a mettere in mobilità (cioè licenziare) un numero pari di dipendenti per poter
rispettare l'ordinanza.
Questo è quel che succede quando si accantona la lotta
per affidarsi solamente alla giustizia borghese. Ovviamente la segreteria della
Fiom ha subito tuonato (per voce di Airaudo) contro il provvedimento, rivendicando
persino accordi (il rilancio di Pomigliano) che a suo tempo non ha firmato. Ma questi
sono i frutti che la direzione della Fiom raccoglie dopo aver rinunciato a una
lotta reale contro le svariate misure che Marchionne ha adottato per i
dipendenti Fiat. Non sono mai state messe in campo quelle iniziative, come lo
sciopero generale e prolungato, che avrebbero potuto, sulla base di reali
rapporti di forza, frenare la corsa reazionaria e repressiva di Marchionne.
Il risultato è stato quello di essere estromessi dalla
fabbrica (col nuovo contratto Fiat, infatti, i sindacati non firmatari, tra cui
la Fiom, non hanno più diritto alla rappresentanza sindacale in azienda) e di
subire ogni tipo di malversazione: il caso degli operai Fiom di Pomigliano,
discriminati nell'assunzione in fabbrica, è emblematico.
Di fronte ai pesanti attacchi di Marchionne, Landini e
Airaudo hanno appunto risposto affidandosi esclusivamente alla magistratura
borghese. E' stato un grave errore, perché i padroni sanno sempre come aggirare
eventuali sentenze a loro sfavorevoli. E così quando capita come in questo caso
che i lavoratori abbiano ragione il padrone trova l'escamotage per ribaltare a
suo favore la sentenza, avendo dalla sua parte anche la recente modifica
dell'art. 18. La sinistra interna alla Cgil, la Rete28Aprile, ha condannato
l'accaduto, rilanciando lo sciopero generale per i dipendenti Fiat e i
metalmeccanici tutti, anche sulla base dei nuovi e sciagurati accordi separati
che si apprestano a fare per il rinnovo del contratto di categoria e chiedendo
la nazionalizzazione senza indennizzo degli stabilimenti Fiat. E' una
rivendicazione che Alternativa Comunista condivide e sostiene da anni:
auspichiamo che alle parole seguano anche i fatti e che gli attivisti della
Rete si attivino realmente per riprendere la lotta e gli scioperi negli
stabilimenti Fiat, nella prospettiva del controllo operaio dell'azienda.
Inoltre la rivendicazione della nazionalizzazione senza indennizzo e sotto
controllo operaio va estesa a tutta la grande industria, a partire dalle
fabbriche che chiudono e licenziano. L'occasione per rilanciare la lotta negli
stabilimenti Fiat è offerta dalla giornata di sciopero generale europeo del 14
Novembre, sciopero generale proclamato contemporaneamente in Spagna, Grecia,
Portogallo e Italia: ripartiamo da qui con la lotta in Fiat per gridare che la
Fiat è degli operai!
(*) Rsu Fiom. Dipartimento sindacale Pdac