La luce in fondo al tunnel
di Anna Lisa Minutillo
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di Anna Lisa Minutillo, operaia attiva nella lotta della Jabil (di Cassina de' Pecchi).
I
minatori ma non solo. In un Paese in cui si perdono lavoro e vite umane, ci si
aggrappa alla speranza per andare avanti. Ma fino a quando?
Anche
queste giornate che stanno correndo veloci lasciano il gusto dell’amaro in
bocca. Dover vedere minatori costretti a scendere a 400 metri sotto terra per
far sentire da li,da quella che abitualmente è la loro condizione ,per far
senite forte l’eco del loro messaggio della loro voglia di far capire che ci
sono e che non molleranno per veder naufragare la loro isola,il loro territorio
che si sta impoverendo e sta rinunciando sempre più a ciò che era inizialmente.
Assistere
alla marcia degli operai Alcova aiutati dai sindaci che sfilano per loro per le
strade e che forse hanno compreso che aiutare i lavoratori equivale anche a
salvaguardare i loro paesi, le loro relazioni con comuni limitrofi,con i
turisti con il resto del mondo.
Leggere
di questo giovane papà appena ventenne che lascia un biglietto per moglie e una
piccola neonata di due mesi che non lo conoscerà mai purtroppo e decide di
togliersi la vita perché senza lavoro.
Anche
una signora di 79 anni in preda alla disperazione tenta di togliersi la vita
intanto che tutto continua a ruotare imperterrito.
Non
si riesce più a capire che giorno è, non si riesce più a capire come mai questi
atti forti e decisi debbano servire per attirare l’attenzione di chi dovrebbe
tutelarci e proteggerci ed invece finisce per avere solo quel minuto al tg e
poi svanisce nel nulla.
I
giorni che si susseguono sono bollettini di guerra ,i giorni che si susseguono
fanno sentire tutta la pochezza e la solitudine di questa vita maltrattata da
chi non né ha il diritto poiché la vita è nostra comunque vada e nessuno deve
spingerci a terminarla solo per avere un problema in meno e lavarsi la
coscienza.
Questa
Italia che si commuove ma non si muove non mi piace nemmeno un po’.
Vorrei
vedere tante persone scendere nella profondità degli animi così come i minatori
lo fanno da sempre scendendo nella profondità della terra.
Vorrei
vedere le persone mature rincuorare i giovani e non abbandonarli nel momento del
bisogno.
Vi
rendete conto? Suicidarsi a 20 anni quando la vita deve ancora iniziare a darti
il meglio,quando potresti goderti la tua famiglia e la tua bimba.
Cosa
stanno facendo alle nostre vite?
Cosa
stanno facendo a chi con fatica è vissuto fino a 79 anni per indurlo a non
averne più voglia?
Insomma
perché non si interviene prima? Perché si approfitta di queste disgrazie e
situazioni drammatiche per entrare in campo,per farsi vedere, per sfilare di
fronte alle telecamere?
Quanti
di noi avrebbero svolto un lavoro come quello del minatore onestamente,un
lavoro duro, che profuma di terra, che ti fa guardare alla vita da
un’angolazione differente regalandoti il cuore della terra tutti i giorni e
portandoti lontano dalla luce del sole?
Perché
dobbiamo arrivare a questi livelli? Perché la forza di questa nazione è
diventata la debolezza di chi dovrebbe documentarsene prima di questi
accadimenti?
Cosa
deve fare ancora chi è onesto e chiede solo di poter continuare a svolgere con
la stessa onesta il suo lavoro?
Perché
non si invoglia a guardare con gli occhi del cuore questo mondo che ha tanto
bisogno di essere riscattato e ricostruito,questo mondo del lavoro che ha fatto
arricchire parecchie persone, le stesse che ora si dimenticano di noi?
Ci
sentiamo dire che facciamo teatrini e che diamo spettacolo ma lo dicono tutti
da dietro le loro scrivanie ,ben unte e retribuite, mai da chi si sveglia alle
cinque del mattino quando loro sono ancora al settimo sonno.
Qui
nessuno si sta divertendo cari voi e se siete dove siete lo dovete anche e
soprattutto a noi,a chi vi segue ogni giorno sperando ci diate delle notizie
differenti e non sempre questi bagni di tristezza che non ci consolano ma che
volano di bocca in bocca perché gli italiani sono un po’ così:un po’ creduloni
e in buona fede ed è su questi che dovete smettere di giocare.
La
disperazione fa compiere alle persone gesti disperati e mai una volta che si
veda uscire dalle tasche di chi un lavoro ben ricompensato continua ad averlo
la solidarietà di una donazione o ancor meglio il calore di un’abbraccio
rivolto a chi lotta e lo fa anche per i figli del futuro che se andremo avanti
così non nasceranno nemmeno più perché non avremo niente da dare da mangiare, perché
non avremo più scuole pubbliche in cui farli studiare, perché non ci saranno
prospettive di impiego per loro, perché l’aria che gli possiamo far respirare è
inquinata e sporca,sporca si come l’anima di chi va avanti nonostante tutto a
dire non è colpa mia ma non fa poi nulla di concreto per far davvero cambiare
tutto questo.
Siamo
stanchi di belle parole che non vengono accompagnate dai fatti,siamo stanchi di
dover vedere persone oneste costrette a piangere in diretta così voi avete lo
scoop e noi ci sentiremo solo usati e dimenticati.
Siamo
stanchi di non poter avere delle favole da raccontare piuttosto che scrivere
sempre di questi disastri,di queste tristi storie,ci piacerebbe poter
condividere con voi qualcosa di bello che ci doni ancora una speranza e che ci
faccia capire che non è tutto perduto.
Siamo
stanchi di vedere la considerazione del momento nei confronti di chi merita il
rispetto che si deve a chi ha sempre pagato le tasse, a chi non ha mai avuto
spiaggette private e scorte che lo assistono per andare in vacanza,siamo
stanchi di guardare ristoranti pieni, macchine di lusso,abiti di moda e noi
costretti ad andare a fare la spesa solo quando è davvero necessario limitando
anche le scelte e privandoci dell’essenziale a volte.
L’indifferenza
dei vostri sguardi riempitela con tutti i sacrifici che continuate a pretendere
e fate fare a chi deve trovare tutte le mattine la forza per sollevarsi e
credere che prima o poi le cose cambieranno,che le sue parole arriveranno prima
o poi nel cuore di qualcuno che un cuore lo possiede ancora .
Il
sulcis siamo tutti noi,la lotta di aziende come l’Alcoa, la telecom, la
Brasilia, la Jabil, Hinvesys, la Gartico, l’Esselunga, l’Iribus, i treni notte,
la Fiat,Le donne della Omsa, (e mi scuso con chi ho dimenticato!) non può e non
DEVE passare inosservata!
Siamo
tutti in fondo alla terra e cerchiamo di uscirne per avere e per dare ancora un
valore al nostro lavoro,al nostro territorio,siamo tutti degni di rispetto ed
abbiamo bisogno di ricevere risposte alle domande che vi poniamo,non dovere
meravigliarvi questo non è il mondo che abbiamo voluto noi questo è il mondo
che voi avete creato e che voi state distruggendo portandoci nella disperazione
e nell’indifferenza che alberga dentro chi le responsabilità non vuole
prendersele ma preferisce comodamente prendersela con chi sta soffrendo unendo
al danno la beffa.
Non
possiamo e non dobbiamo restare immobili difronte a chi sta solo cercando di
salvare qualcosa di importante e dovuto perché fino a pochi giorni fa
richiesto.
Non
si gioca con le vite delle persone, non si gioca con le loro storie,non si
gioca con il pianto e non si gioca soprattutto con chi non si conosce.
Facciamo
in modo che il nero del carbone sporchi la faccia di tutti quelli che dietro ad
una faccia pulita nascondono il nero più profondo e stanno sottoterra senza
esservi mai scesi perché sono morti dentro ed ancora non lo sanno.
L’abbraccio
di tutti i lavoratori,di tutti i presidi,di tutti i compagni che ancora hanno
il coraggio di alzare la testa va a chi da un po’ di giorni non vede più la
luce del sole perché il sole lo porta dentro e lo sta facendo splendere per
tutti noi.
Ai poco inclini al contatto con la realtà VERGOGNA!!! Perché queste vite perse sono anche colpa vostra!