Partito di Alternativa Comunista

Il sindacalismo di base e il prossimo autunno

Il sindacalismo di base e il prossimo autunno
Bilanci e prospettive
Intervista a Fabiana Stefanoni
a un anno dall'adesione di "Unire le lotte" alla Cub
 
 
a cura della redazione web
 
fabiana

Abbiamo incontrato Fabiana Stefanoni, ex coordinatrice nazionale dell'area sindacale "Unire le lotte", espulsa nel marzo 2011 dal sindacato Usb e confluita successivamente nella Confederazione Unitaria di Base (Cub), dirigente nazionale del Pdac.
E’ trascorso quasi un anno da quando l’area Unire le lotte – Area classista in Usb si è sciolta ed è confluita nel sindacato Cub. Puoi riassumerci la vicenda?
Non è possibile riassumere in poche righe la complessa vicenda che ha portato l'area Unire le lotte - Area Classista Usb ad uscire da Usb e a confluire nella Confederazione Unitaria di Base (Cub). Chi fosse interessato a conoscere i vari passaggi può leggere diversi testi sul sito www.sindacatodiclasse.org. La sintesi è comunque presto fatta. Come molti sanno, io fui espulsa dal sindacato Usb all'indomani dell'adesione allo sciopero dei lavoratori immigrati del marzo 2011, adesione non gradita ai vertici di Usb. Un'espulsione che venne condita, da parte dell'Esecutivo nazionale di Usb, con calunnie e attacchi meschini. La verità è che fui espulsa perché portavoce di un dissenso interno, di un'area critica che non accettava di subordinarsi ai diktat dell'Esecutivo nazionale di Usb, che contrastava una linea al contempo settaria e opportunista. Ma, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere: contro la mia espulsione si organizzò una campagna, di respiro internazionale, cui parteciparono centinaia di attivisti sindacali, di movimento, anche della stessa Usb, per richiedere il mio reintegro. La campagna venne ignorata dai vertici di Usb, che confermarono l'espulsione con argomenti risibili. Dopo un'assemblea nazionale, l'area Unire le lotte decise, quasi all'unanimità, di sciogliersi e confluire nella Cub.
Che giudizio dai del passaggio nella Cub?
Sapevamo che il passaggio da un sindacato a un altro non sarebbe stato una cosa semplice, ma devo dire che il tutto è avvenuto nel migliore dei modi. Se escludiamo pochi casi isolati, tutta l'area Unire le lotte ha seguito le indicazioni dell'assemblea nazionale. Tanto per fare qualche esempio, a Vicenza più di 200 lavoratori iscritti a Usb sono usciti da quel sindacato e hanno contribuito a costruire la Cub sul territorio vicentino. Oggi la Cub di Vicenza è una realtà vivace e riconosciuta sul territorio: di recente è stato organizzato uno sciopero dello straordinario comandato che ha paralizzato alcuni settori importanti come il settore anagrafe, mettendo pesantemente in crisi  l'amministrazione locale. A Verona le Rsu di Usb sono confluite nella Cub e lo stesso è avvenuto per decine di attivisti in Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Campania, ecc.
E per quanto riguarda l'attività sindacale?
Il bilancio del passaggio da Usb in Cub è a mio avviso positivo non solo per ragioni legate ai "numeri" degli attivisti che hanno fatto la nostra stessa scelta. E' positivo soprattutto per ragioni legate all'attività sindacale. La Cub è un sindacato molto diverso da Usb e non riscontriamo al suo interno tutti gli ostacoli che trovavamo in Usb. Usb, anche se nel nome porta la dicitura "di base", è un sindacato molto burocratizzato, nel quale un piccolo gruppo dirigente di matrice politica stalinista (legato alla Rete dei Comunisti) decide tutto, lasciando spazio, per loro stessa ammissione, solo "all'espressione individuale del dissenso". In altre parole, o sei d'accordo con la linea decisa dalla Rete dei Comunisti, o ti viene riconosciuto il diritto al mugugno: di poter incidere, democraticamente, sulle linee del sindacato non se ne parla. Ogni voce critica collettiva è emarginata, anche se rappresentativa di importanti realtà di lotta. Di fatto, in Usb ci trovavamo nell'impossibilità di fare attività sindacale: i dirigenti di Usb ci mettevano i bastoni tra le ruote, cosicché dovevamo scontrarci quasi con due avversari, la controparte padronale e i burocrati del sindacato. Era estenuante. Nella Cub, viceversa, abbiamo trovato sempre sostegno all'attività sindacale, e anche le diffidenze iniziali non hanno mai impedito un sano confronto. I dirigenti della Cub ci hanno aiutato ad aprire sedi e a costruire il sindacato dove ancora non esisteva (penso alla Marcegaglia di Casalmaggiore o all'intervento alla Ferrari di Maranello con lo sciopero dello straordinario comandato, solo per fare due esempi). Certo, questo non vuol dire che la Cub sia già oggi il sindacato di cui i lavoratori hanno bisogno: presenta dei limiti, e la battaglia generale che è stata di Unire le lotte per la prospettiva di un sindacato di massa e di classe credo rimanga ancora valida. Nel suo complesso il sindacalismo "alternativo" in Italia, anche sulla base del confronto con altri Paesi, non gode di buona salute, per usare un eufemismo: al di là del caso grottesco di Usb, in generale tutti i sindacati cosiddetti di base presentano forti carenze sul piano della democrazia sindacale e spesso risultano stretti nella morsa di liderismi, settarismi, autoreferenzialità. Auspichiamo che con l'autunno e l'ascesa delle lotte, che tutti noi aspettiamo e prepariamo, possano determinarsi le condizioni materiali favorevoli a una svolta anche sul versante sindacale. Lo spazio per costruire un sindacato di massa e di classe al di fuori degli apparati burocratici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl esiste: si tratta di creare le premesse oggettive e soggettive per riempirlo.
Durante la tua attività sindacale in Usb sei stata emarginata ed attaccata pesantemente dai dirigenti di quel sindacato, fino ad arrivare alla tua espulsione attuata nonostante l'enorme eco che ha avuto la campagna di solidarietà che abbiamo citato. Però oggi verifichiamo che quello che in Usb hanno cercato di fare passare come un fatto isolato, la tua emarginazione e la tua espulsione, si è ripetuto ancora in queste settimane contro altri attivisti di quel sindacato che hanno dovuto subire le modalità burocratiche del gruppo dirigente. Quali somiglianze, secondo te, ci sono fra la tua espulsione e quelle attuate di recente ai danni di altri sindacalisti di Usb?
Vorrei rispondere a questa domanda anzitutto precisando che Unire le lotte ha sempre distinto l'Esecutivo nazionale di Usb dagli attivisti di quel sindacato. Un conto sono i vertici stalinisti e burocratizzati, un conto sono gli attivisti che conducono sul territorio battaglie anche importanti. Anche rispetto alla "caccia alle streghe" che Leonardi, la Papi, Betti e gli altri capi di Usb scatenarono contro Unire le lotte, ci furono atteggiamenti diversi: diversi militanti e anche dirigenti ci espressero solidarietà, anche pubblicamente (e immagino con quali pesanti conseguenze all'interno della loro organizzazione). Ci tengo anche a precisare che io - ma credo di parlare anche in nome di molti attivisti della Cub - ritengo che la difesa di chi fa attività sindacale venga sempre prima di ogni altra cosa. Per questo, credo vada espressa piena solidarietà ai tre dirigenti di Usb che sono stati recentemente licenziati dall'Inps: si tratta di un attacco pesantissimo, che rischia di danneggiare seriamente quel sindacato (chi fa attività sindacale sa che se licenziano un dirigente sindacale la "credibilità" di tutto il sindacato rischia di venir meno agli occhi degli iscritti, che non si sentono più tutelati).
Ciò premesso, tornando alla tua domanda, credo che i motivi che ci hanno indotti a uscire da Usb e a confluire nella Cub siano stati confermati clamorosamente anche dai fatti a cui facevi riferimento. Poche settimane fa, in Piemonte, sono stati espulsi due dirigenti di Usb. Alcuni iscritti di Usb hanno diffuso il testo con l'espulsione: leggendo le motivazioni mi sono ricordata quello che ho subito io, cioè accuse pretestuose sul modello dei processi stalinisti degli anni Trenta. Si dice testualmente che i due dirigenti sono stati espulsi "per tutelare l'organizzazione di fronte al fatto (...) che sono intercorsi rapporti specifici e stringenti con altre organizzazioni sindacali. ". In poche parole i due dirigenti sono stati espulsi per aver intrapreso relazioni... con un altro sindacato di base, la Cub!  E i casi di repressione burocratica in Usb paiono moltiplicarsi. Un'altra area che si è costituita all'interno di Usb e che si è autodefinita "Unità di base" è stata "diffidata" dall'Esecutivo nazionale di Usb, tanto che si è arrivati anche in questo caso ad una rottura (sono fatti noti e che circolano, documenti diffusi dalle stesse strutture di Usb). Insomma, ad un anno dalla nostra uscita le cose là dentro non sono cambiate per niente e le ragioni della nostra scelta ricevono continue conferme. Mi pare che queste vicende siano esemplificative di quanto scrivemmo nel documento di scioglimento di Unire le lotte: con l'attuale gruppo dirigente che si ritrova, Usb non solo non contribuisce al processo di costruzione del sindacato di classe che serve ai lavoratori ma rappresenta un ostacolo su quella strada.
Pensi invece che la Cub possa essere un embrione del sindacato di classe di cui i lavoratori hanno bisogno?
Nella Cub non esistono le modalità burocratiche che esistono in Usb, ma questo non vuol dire che non ci siano altri limiti da superare. Prima di tutto, la Cub, come le altre organizzazioni del sindacalismo "alternativo", è ancora troppo debole per rappresentare un'alternativa credibile per i lavoratori delusi dagli apparati di Cgil, Cisl e Uil. Occorre rafforzarla e, soprattutto, occorre rafforzare la collaborazione con le altre organizzazioni sindacali e le realtà di lotta. Occorre anche creare le premesse organizzative per una maggiore democrazia interna, con più momenti collettivi di dibattito e uno scambio di informazioni ed esperienze che oggi è ancora limitato. Si tratta di elementi fondamentali, tanto più alla vigilia di un autunno che, citando e rovesciando il timore della Fornero, speriamo sia caldo di lotte; lotte indispensabili per favorire processi di rottura di settori di massa dagli apparati burocratici dei sindacati maggiori e di ricomposizione in un sindacalismo di classe.
Per concludere questa chiacchierata, cosa vorresti dire, in base alla tua esperienza politica, sindacale e personale, agli iscritti e militanti di sindacati diversi della Cub e agli iscritti e militanti della Cub?
Ovviamente, il mio sforzo, come quello degli altri compagni provenienti da Unire le lotte, va anzitutto nella direzione di rafforzare la Cub, per questo facciamo appello ai lavoratori e alle lavoratrici a costruire la Cub in tutti i luoghi di lavoro. Allo stesso tempo, agli attivisti degli altri sindacati dico che è necessario cominciare - o continuare - la battaglia per costruire un sindacato di classe e di massa di cui c'è urgente bisogno per respingere i piani di austerità del governo Monti. Per quanto riguarda la Cub, credo sia importante rafforzare la collaborazione con le altre realtà sindacali conflittuali europee: le misure che subiamo in Italia sono le stesse che subiscono i lavoratori in Spagna, Portogallo, Grecia, ecc. e in quei Paesi la crescita delle lotte è già a uno stadio nettamente più avanzato che qui in Italia: penso all'esemplare lotta dei minatori spagnoli e più in generale alla moltiplicazione di lotte in queste settimane in Spagna, all'ascesa delle lotte in Grecia, ecc. E' allora necessario unire quei fronti, più avanzati, col nostro, più arretrato. Ora è più urgente che mai la proclamazione di iniziative di lotta e di sciopero su scala europea: solo unendo le lotte all'interno di ogni Paese e tra i diversi Paesi potremo respingere i piani dei banchieri e dei loro governi, in direzione di una alternativa della nostra classe, di un'alternativa dei lavoratori.

Iscrizione Newsletter

Iscrizione Newsletter

Compila il modulo per iscriverti alla nostra newsletter - I campi contrassegnati da sono obbligatori.


Il campo per collaborare col partito è opzionale

 

Campagne ed Iniziative





campagna

tesseramento 2024

 






Il libro sulla lotta in Alitalia

 il libro che serve per capire Lenin

 

perchè comprare

la loromorale e lanostra




Sabato 3 maggio

Modena

 


venerdi 11 aprile

 
 
 

Bari 7 marzo
 
 

 
21 febbraio
zoom nazionale
 
 

 
BOLOGNA
15 febbraio ore 1030
 

 Giovedì 28 novembre
Zoom 
 

 


Modena (19 ottobre)

e Milano (20 ottobre)


sabato  19 ottobre

Modena


12 ottobre

Cremona

 


7 ottobre


 

 

 
 

 

Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale

NEWS Progetto Comunista n 141

NEWS Trotskismo Oggi n 24

Ultimi Video

tv del pdac