di Enrico Pellegrini
"Se nella mia vita avessi scelto un'altra strada, oggi potrei passeggiare nei viali della città di Chicago [..] ma ho scelto la mia strada e oggi sto qui sul patibolo, questo é il mio delitto. Sono stato infedele e traditore verso le ingiustizie e le infamie dell'odierna società capitalistica. Se per voi questo è un delitto, confesso di essere colpevole".
Con questa dichiarazione lucida, lineare e coerente Albert R.Parsons, uno dei leader del movimento operaio americano, affrontava il processo che lo avrebbe condotto alla morte per impiccagione nel lontano maggio del 1886 a Chicago.
La sua colpa, assieme ad altre figure, divenute assai popolari per il ruolo che rivestirono in quel periodo (A.Spies, Louis.Lingg, Michael Schwab, George Engel, Adolf Fischer, Samuel Fielden) era quella di avere tenacemente lottato a fianco della classe operaia americana, di cui ne faceva parte, per migliorarne le condizioni di vita e di lavoro, combattendo nell'ultimo scorcio della sua vita a favore della riduzione dell'orario lavorativo.
A ridosso della celebrazione del 1