Partito di Alternativa Comunista

E' NATA L'UNIONE SINDACALE DI BASE

E' NATA L'UNIONE SINDACALE DI BASE
Un passo avanti verso il sindacato di classe


 
di Fabiana Stefanoni
 
E' nata ufficialmente con l'assemblea congressuale del 21, 22, 23 maggio, l'Unione Sindacale di Base. 
 
 
usb fondazione
 
Si tratta di un primo importante passo verso l'unificazione del sindacalismo di base in Italia, un processo finalmente avviato: anche se ad oggi solo RdB, SdL e settori della Cub hanno deciso di aderire a USB, è tuttavia un cambio di rotta rispetto alla frammentazione del sindacalismo di base. Prosegue l'interlocuzione con lo Snater (Telecomunicazioni), lo Slai Cobas e l'Orsa (Trasporti). Ancora lontana, invece, la prospettiva dell'unificazione con la Confederazione Cobas e con il settore privato della Cub.  
 
La necessità del sindacato di classe, le potenzialità di Usb
Fin da subito, abbiamo espresso un giudizio positivo su questo processo di aggregazione: il settarismo e l'autoreferenzialità delle sigle del sindacalismo di base hanno fino ad oggi costituito un ostacolo alla costruzione di quel sindacato che manca ai lavoratori. Le direzioni dei sindacati concertativi - quelle di Cisl, Uil e Ugl, ma anche quella della Cgil che scimmiotta una pseudo-opposizione non mancando di sedersi al tavolo della concertazione ogni volta che se ne presenta l'occasione - sono sempre più le stampelle del capitalismo in putrefazione, rivelandosi un ostacolo alla crescita e al radicamento delle lotte. Di fronte alla pesantezza dell'attacco padronale - concretizzatosi da ultimo nella manovra finanziaria che prevede il taglio di 25 miliardi di euro ai danni della classe lavoratrice (licenziamenti di massa del personale precario delle pubbliche amministrazioni, blocco degli scatti di anzianità e delle finestre delle pensioni, tagli alla scuola, all'università e alla sanità)- la Cisl, la Uil e l'Ugl hanno fornito una legittimazione al massacro in corso. D'altro canto, la direzione della Cgil, pur esclusa suo malgrado dal tavolo della concertazione, si è limitata a sciopericchi dimostrativi, assolutamente inadeguati a respingere la pesantezza dell'attacco. Non solo: nonostante la mancata firma al nuovo modello contrattuale confindustriale (modello le cui linee generali, è bene ricordarlo, la stessa direzione Cgil ha contribuito a elaborare all'ombra del precedente governo Prodi), di fatto l'accordo è stato recepito nella maggioranza dei contratti sottoscritti dalla Cgil: dai chimici all'edilizia, dalla sanità agli alimentaristi. Soprattutto, le direzioni dei sindacati concertativi (incluse le direzioni della Fiom) spesso, di fronte all'espulsione dal mondo del lavoro di milioni di lavoratori, anziché rilanciare il conflitto su larga scala, sottoscrivono accordi al ribasso che prevedono cassa integrazione straordinaria, mobilità, esuberi. Non è un caso che la Marcegaglia abbia più volte lodato il comportamento "responsabile" delle burocrazie Cgil, incluse quelle della Fiom. Se il conflitto sociale in Italia è ben lontano dagli scenari greci e francesi (con i lavoratori che assaltano il parlamento da un lato e gli operai che occupano le fabbriche dall'altro) è proprio grazie al comportamento "responsabile" (per i padroni) delle burocrazie della Cgil: il loro ruolo è quello di prolungare l'agonia di questo sistema economico e sociale, in questo momento procrastinando di qualche mese l'espulsione dalle aziende di milioni di lavoratori e gettando acqua sul fuoco del conflitto sociale, per la gioia di governo e Confindustria. Come si conferma in questi giorni: di fronte alla manovra di Tremonti-Berlusconi, Epifani si limita ad annunciare uno sciopero generale di sole 4 ore a fine giugno e non a caso la Marcegaglia (ospite al recente congresso Cgil) auspica una riapertura del confronto estesa anche alla Cgil in nome di una "unità nazionale" per fronteggiare la crisi.
In questo quadro, è urgente costruire un sindacato che difenda realmente gli interessi dei lavoratori, che sia espressione della contrapposizione di classe delle masse lavoratrici contro il capitale, che si faccia promotore di un percorso di lotte a oltranza (scioperi prolungati, occupazioni delle fabbriche, organizzazione dell'autodifesa delle lotte operaie, ecc). La nascita di Usb può fornire uno strumento prezioso per procedere in questa direzione.  
 
 
Limiti da superare
Ogni autocelebrazione - tanto più in un momento in cui la classe operaia sconta la mancanza di una direzione rivoluzionaria in grado di incanalare le lotte in una prospettiva di abbattimento del capitalismo - sarebbe comunque, anche in questo caso, fuori luogo. E' inutile nascondere che sono ancora molti gli ostacoli da superare per costruire quel sindacato che ancora non c'è. Prima di tutto, occorre prendere atto che - a differenza di quanto sta avvenendo ad esempio in Brasile, proprio in questi giorni, con l'unificazione di Conlutas, Intersindacal  cioè di 400 sigle in rappresentanza di milioni di lavoratori (sicuramente il più grande processo di unificazione sindacale a livello internazionale; dal Brasile è arivato al congresso di Usb un importante saluto) - l'Unione Sindacale di Base non ha ancora un radicamento tale da scalfire l'egemonia dei sindacati concertativi. In particolare, Usb nasce con una discreta presenza nel pubblico impiego, ma con uno scarso radicamento nelle fabbriche. Si tratta di una strada in salita, a cui tante energie dovranno essere dedicate, a partire dalla necessità di interlocuzione coi settori classisti presenti negli altri sindacati (all'interno della Fiom in primis) nella prospettiva di una loro rottura con gli apparati burocratici.
Inoltre, occorre evidenziare una serie di limiti programmatici e di democrazia interna che non sono secondari rispetto al fine che ci si pone. Prima di tutto, Usb nasce senza una vera e propria piattaforma politico-sindacale: cosa che è stata giustificata con la "esigenza di mettere insieme anime diverse", rinviando quindi quel confronto che dovrebbe essere normale in un congresso (anche fondativo, specie se fondativo) su opzioni e documenti anche differenti. L'unico documento varato dal congresso fondativo di Usb è lo Statuto, che presenta peraltro significative carenze che abbiamo ritenuto necessario, in fase congressuale, evidenziare. Non solo infatti non compare mai nessun riferimento al capitalismo e alla lotta di classe: cosa non da poco per un sindacato che si vuole "conflittuale". Ma addirittura nei principi fondamentali definiti dallo Statuto si scrive che il nuovo sindacato dovrà basare la sua azione "sul conflitto come mezzo di regolazione democratica degli interessi diversi presenti nella società". Si tratta, come è evidente, di un concetto ambiguo, che non chiude la porta a ipotesi di conciliazione degli opposti interessi di classe, proprio quando è invece necessario inasprire il conflitto contro il padronato e il suo governo.
Auspichiamo che questi limiti possano essere superati, anche grazie allo stimolo delle lotte su scala nazionale e internazionale: solo l'incorporazione nel nuovo sindacato di settori combattivi delle nuove generazioni di lavoratori che si stanno affacciando alla lotta potrà stimolare un rinnovamento del dibattito e dell'organizzazione interni. Per quanto ci riguarda, continueremo a impegnarci con forza nella costruzione di questo sindacato, nella prospettiva della costruzione di un grande sindacato di classe, obiettivo che richiede l'unificazione di tutte le tendenze sindacali classiste ovunque oggi collocate. E ci sembra che fornisca utili indicazioni in questo senso il contributo presentato al congresso di Usb da un'ottantina di attivisti (consultabile sul sito www.sindacatodiclasse.org) titolato "Un contributo per la battaglia per il sindacato di classe", che invitiamo a leggere, discutere e sottoscrivere.
   

Iscrizione Newsletter

Iscrizione Newsletter

Compila il modulo per iscriverti alla nostra newsletter - I campi contrassegnati da sono obbligatori.


Il campo per collaborare col partito è opzionale

 

Campagne ed Iniziative





campagna

tesseramento 2024

 






Il libro sulla lotta in Alitalia

 il libro che serve per capire Lenin

 

perchè comprare

la loromorale e lanostra




Sabato 3 maggio

Modena

 


venerdi 11 aprile

 
 
 

Bari 7 marzo
 
 

 
21 febbraio
zoom nazionale
 
 

 
BOLOGNA
15 febbraio ore 1030
 

 Giovedì 28 novembre
Zoom 
 

 


Modena (19 ottobre)

e Milano (20 ottobre)


sabato  19 ottobre

Modena


12 ottobre

Cremona

 


7 ottobre


 

 

 
 

 

Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale

NEWS Progetto Comunista n 141

NEWS Trotskismo Oggi n 24

Ultimi Video

tv del pdac