Partito di Alternativa Comunista

Coronavirus: le fabbriche le fermano gli operai! Continuano gli scioperi

Coronavirus: le fabbriche le fermano gli operai!

Continuano gli scioperi

 

 

 

di Fabiana Stefanoni

 

 

 

Come abbiamo denunciato in altri articoli, il capitalismo sta mostrando tutta la sua brutalità. I padroni e il governo hanno deciso di mandare al macello la classe operaia. Mentre scriviamo, si moltiplicano i casi di lavoratrici e lavoratori contagiati, ricoverati e persino morti perché non è stata interrotta la loro attività lavorativa. Ma c’è una buona notizia: si moltiplicano anche gli scioperi!

Gli operai non cadono nel tranello
Come abbiamo spiegato in un video-editoriale pubblicato sul nostro sito www.alternativacomunista.org, il Protocollo d’Intesa firmato da governo, sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e Confindustria è vergognoso e criminale. Di fatto, si mette a rischio la vita di migliaia di operai, cui viene raccontata la frottola che potranno andare a lavorare in fabbrica “in totale sicurezza”. E’ un accordo che prevede solo indicazioni generiche alle aziende di “sanificazione” e “messa in sicurezza”. Tanto per dare l’idea di cosa intendano per “sicurezza” i firmatari di questo accordo, basta segnalare che nel Protocollo non c’è nemmeno l’obbligo di chiusura dello stabilimento in caso di riscontro di un caso di Coronavirus tra i dipendenti.
Alcune grandi fabbriche, su pressione degli scioperi (o della minaccia di sciopero) della scorsa settimana, hanno deciso di chiudere per alcuni giorni: dicono che lo fanno per “mettere in sicurezza” i reparti. Molti stabilimenti, invece, hanno da subito, o quasi, riaperto i battenti. Fca (ex Fiat), ad esempio, conferma la chiusura in molti Paesi d’Europa ma ha già riaperto, in condizioni pressoché identiche, alcuni siti in Italia, ad esempio gli stabilimenti di Chieti (Sevel) e Termoli.
Quello che hanno capito subito gli operai e le operaie è che non esiste sicurezza possibile, in questo momento, all’interno di una fabbrica. Sentiamo tutti le notizie inquietanti relative all’assenza di mascherine e dotazioni protettive persino nei reparti ospedalieri. A chi la vogliono dare a bere i padroni, avidi di profitto, che garantiscono di poter tutelare la salute di operai che lavorano alla catena di montaggio? Qualsiasi operaio sa bene che la propria vita in fabbrica è a rischio persino in condizioni normali (gli investimenti funzionali alla sicurezza sono sempre ridotti al minimo), figuriamoci ora. Ma stavolta il costo è troppo alto, e gli operai lo hanno capito.
E’ per questo che, nonostante il Protocollo d’Intesa sia stato sbandierato come una grande vittoria da parte di Landini, della Furlan e di Barbagallo, gli operai, inclusi quelli iscritti ai loro sindacati, stanno continuando a scioperare. Con o senza il beneplacito delle burocrazie.

Adesioni tra l’80% e il 100%
Dopo gli scioperi della scorsa settimana, di cui abbiamo dato conto in un precedente articolo (1), questa settimana è bloccata la produzione per sciopero prolungato in decine di stabilimenti (l’elenco che riportiamo è parziale e in continuo aggiornamento), con adesioni che in media superano l’80% (molti gli stabilimenti completamente vuoti durante gli scioperi). In Abruzzo sono in sciopero la Sevel di Atessa, la Blutec, la Isringhausen, la Magneti Marelli, la Logiservice. In Molise sciopera la Fca (ex Fiat) di Termoli. In Campania scioperano la IIA (Industria Italiana Autobus) in Irpinia e la Avio Aereo di Pomigliano. In Veneto scioperi alla Electrolux, alla Somec, alla Sole, alla Isopan, alla Forgital, alle acciaierie Valbruna, alla Valinox, alla Annodal, alla Elb, alla Hidro, alla Fis. In Lombardia è in corso lo sciopero generale in tutte le aziende del settore gomma-plastica, chimico e tessile del mantovano (dove scioperano anche i dipendenti di alcuni supermercati); nel bresciano sciopero anche alla Pasotti e altre fabbriche metalmeccaniche; scioperano i postini nel monzese (ricordiamo la morte di due lavoratori delle poste nel bergamo) e gli operai della Marelli Europe di Corbetta (MI). In Friuli sciopero alla Flex di Trieste. Nelle Marche sciopero nelle fabbriche metalmeccaniche di tutta la regione: alcune, come la Cnh, l’Ariston e la Electorlux sono state costrette a chiudere per qualche giorno, mentre sono ancora in corso gli scioperi alla Elica, alla Fime, alla Cebi Italy, alla Defendi, alla Pieralisi, alla Caterpillar, ai cantieri navali gruppo Ferretti, alla Luna quinto, alla Skg, alla Bora, alla Ghergo, alla Omas e alla Isa Palumbo. In Piemonte scioperi in provincia di Cuneo (nella fabbrica alimentare Nutkao, nelle aziende metalmeccanica Itt, Mtm e Bottero), alla ex Tyco di Collegno, alla Primotex nel Pinerolese (dove un sindacato Alp Cub ha proclamato sciopero a oltranza in tutte le fabbriche del territorio, ottenendo la chiusura della Skf); a Torino scioperano anche i dipendenti Carrefour. In Emilia Romagna sciopero alla Scm (metalmeccanica), alla Berco, nei magazzini della logistica di Bologna; sempre in Emilia Romagna scioperi anche nei seguenti stabilimenti: Carpigiani Group, Far srl, Industria Italiana Autubus, Marposs, Mec Track, Ravaglioli, Trenton, Omg, Titan, Sacmi, Nova Dec, Worgas, Marcegaglia, Bonfiglioli. In Toscana scioperano la Essity a Lucca, la Nuovo Pignone di Massa e diverse fabbriche del livornese (Trelleborg, Magna Closures, Sole Pontedera). In Trentino scioperi prolungati alla Mariani e alla Sapes (scioperi di qualche ora o di un giorno anche alla Fly, alla Siemens, alla Pama, alla Lincoln, alla Coster, alla Ebara). Sono in sciopero tantissimi lavoratori Amazon che lamentano la mancanza di adeguati dispositivi di protezione, così come i dipendenti di molte cooperative, i postini e i riders. È inoltre proseguito anche questa settimana lo sciopero in vari stabilimenti della Fincantieri: l’azienda ha chiuso fino al 29 marzo ma ha imposto le ferie al personale (possibilità prevista dal famigerato Protocollo siglato da Cgil, Cisl e Uil). Nonostante le vergognose leggi antisciopero che impediscono lo sciopero nei trasporti e in altri settori, i ferrovieri di Trenitalia a Napoli hanno incrociato le braccia e bloccato alcuni treni.

Burocrazie in difficoltà
Come si può vedere dall’elenco, sono scioperi che vedono come protagonisti soprattutto i metalmeccanici: un settore della classe operaia che in Italia ha una tradizione di dure lotte vittoriose (basta solo ricordare che è grazie agli scioperi dei metalmeccanici del 1968 e 1969 che è stato ottenuto lo Statuto dei lavoratori). Anche oggi, in questa situazione drammatica, stanno dando un esempio a tutta la classe lavoratrice.  
Spesso, è bene precisarlo, questi scioperi sono sostenuti o proclamati da alcuni settori burocratici dei sindacati: persino i delegati della Uil e della Cisl in alcune fabbriche stanno proclamando sciopero. Questo perché sono costretti, loro malgrado, per le pressioni degli operai, ad aprire lo stato di agitazione. I dirigenti Fiom, su indicazione di Landini e della Re David, che vogliono spacciare il Protocollo d’Intesa come un buon accordo, proclamano gli scioperi rivendicando “rispetto delle norme di sicurezza nel luogo di lavoro”. In realtà, sanno benissimo che non è possibile ottenere nessuna reale sicurezza in questo momento: il rischio di contagio è troppo alto. L’unica garanzia di sicurezza e salute per gli operai è la chiusura della fabbrica con retribuzione al 100% del salario (e senza impiego di ferie o permessi).
Ma le burocrazie sono in difficoltà. Gli accordi siglati prevedono la riapertura della fabbrica dopo alcuni giorni. Già sappiamo che, quando gli stabilimenti riapriranno, l’emergenza Coronavirus non sarà terminata e non ci sarà nessuna reale protezione dal contagio nelle fabbriche. Gli operai quindi, in un modo o nell’altro, ritorneranno a farsi sentire.  
Ieri come oggi, la classe operaia sta dimostrando di poter prendere nelle proprie mani il proprio destino. In questo caso, è, letteralmente, una battaglia per la vita o la morte. Per questo gli scioperi non si devono fermare!

(1) www.partitodialternativacomunista.org/politica/nazionale/operai-in-sciopero-in-tutto-il-paese-alternativa-comunista-e-con-loro

Guarda qui l’appello video di Alternativa Comunista
a proseguire gli scioperi:

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