Partito di Alternativa Comunista

CONTRATTI: SERVE UNA RISPOSTA IMMEDIATA!

CONTRATTI: SERVE UNA RISPOSTA IMMEDIATA!
I padroni vogliono tutto, i burocrati sindacali recitano aspettando la chiusura delle fabbriche.
Costruiamo subito i Comitati unitari per lo sciopero generale!
 

di Antonino Marceca
 
 
Il confronto tra le parti sociali sul modello contrattuale è iniziato il 18 giugno, Confindustria era rappresentata dalla presidente Emma Marcegaglia e dal vicepresidente Alberto Bombassei, la burocrazia sindacale di Cgil, Cisl e Uil dai segretari generali, accompagnati dai segretari delle categorie.
La trattativa inizia ufficialmente martedì 24 giugno per chiudere entro settembre. Questo è quanto dichiarato, ma è molto probabile che la firma avverrà a fabbriche chiuse, come sempre quando si porta un attacco profondo ai lavoratori e alle lavoratrici.
 
Il conto dei padroni e il teatrino della burocrazia sindacale
La Confindustria ha ribadito che non intende estendere la contrattazione territoriale a quelle aziende -la grande maggioranza- dove manca qualsiasi contrattazione di secondo livello, a meno che il sindacato non accetti di eliminare del tutto la contrattazione collettiva nazionale. Inoltre ha ripetuto il proposito di ridurre il peso del salario nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ancorandolo a un indicatore che riprende nella sostanza il concetto di inflazione programmata, un indice evidentemente ritenuto efficace da parte padronale nel dimezzare il potere d’acquisto dei salari.
In azienda, a parere della presidente di Confindustria, il salario deve essere strettamente connesso alla produttività, mentre adeguate “sanzioni” dovranno punire eventuali comportamenti sindacali rivendicativi e conflittuali a livello locale.
In linea con quanto sopra, Federmeccanica ha inviato una nota ai segretari di Fiom, Fim e Uilm con cui congela la contrattazione di secondo livello in attesa di regole e sanzioni che limitano le richieste salariali dentro i nuovi parametri di produttività e di orario di lavoro.
Da parte loro gli attori della burocrazia sindacale si esprimono nel teatrino del gioco delle parti: Guglielmo Epifani, appena reduce dall'aver blindato la segreteria Cgil nel segno del Partito democratico, dichiara che “non firmerà un accordo a tutti i costi”, Raffaele Bonanni parla di “un buon inizio”, mentre Luigi Angeletti con la penna in mano dichiara che avrebbe firmato già l’altro ieri.
 
L’affondo del governo
Mentre i padroni premono per la distruzione della contrattazione collettiva, il Consiglio dei Ministri riunitosi lo stesso giorno ha varato Finanziaria e Dpef per i prossimi tre anni: una manovra di 35 miliardi con l’obiettivo di azzerare il deficit. Un obiettivo che per essere raggiunto prevede un ulteriore sviluppo delle privatizzazioni e tagli ai servizi essenziali: trasporti locali, scuola e sanità pubblica.
Nella scuola pubblica si prevede un taglio di circa 100 mila insegnanti, una enormità proporzionata al sostegno delle scuole cattoliche; nella sanità si prevede la reintroduzione dei ticket e l’avvio della sanità complementare, a partire dalle regioni meridionali per effetto del federalismo fiscale. In tema di cosiddetti “fannulloni” della pubblica amministrazione il ministro Brunetta, dopo aver escluso ogni possibile stabilizzazione dei precari, ha annunciato la regolazione per legge dell’organizzazione del lavoro, eliminando di fatto la contrattazione.
Da parte sua il ministro Sacconi ha annunciato un provvedimento in linea con la direttiva sull'orario di lavoro, approvata all'unanimità dai ministri europei e ora in discussione al parlamento europeo, che porta l’orario individuale di lavoro fino a 65 ore settimanali. Inoltre vengono ripristinati i contratti a chiamata e le lettere di dimissioni firmate in bianco al momento dell’assunzione, l’abrogazione dei limiti per i contratti a termine e del divieto di cumulo di pensione e lavoro, in modo da elevare l’età media degli infortuni mortali sul lavoro, attualmente le statistiche evidenziano la nazionalità immigrata e la giovane età della gran parte delle vittime.
 
Facciamoci sentire, costruiamo i Comitati unitari nei posti di lavoro
Siamo in presenza di un attacco concentrico al lavoro salariato, un attacco a diversi livelli che stringe in una morsa i salari, i diritti e le tutele dei lavoratori.
La direttiva europea sugli orari, come afferma la dichiarazione delle sezioni europee della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale (pubblicata sul nostro sito nei giorni scorsi), “ponendo come requisito l'accordo individuale tra il lavoratore e l'azienda distrugge quell'altra conquista storica dei lavoratori che è la contrattazione collettiva e la stessa rappresentanza sindacale. L'accordo tra lavoratore e padrone ci fa cadere nella finzione criminale di considerare i due soggetti alla pari, come se il lavoratore individualmente potesse decidere di non accettare l'aumento della giornata lavorativa che gli viene imposto dall'azienda”. Questo giudizio può essere esteso a tutto l’impianto di relazioni sindacali voluto dal padronato e dal governo italiano e avallato dalla burocrazia sindacale.
Non c’è molto tempo per organizzare la risposta operaia: con tutta probabilità l’accordo verrà firmato nei mesi estivi, a fabbriche chiuse. Quindi dobbiamo agire prima delle chiusure aziendali, prima di andare in ferie.
L’assemblea nazionale di Milano del 17 maggio del sindacalismo di base ha posto la necessità di stringere le file delle diverse organizzazioni, di superare le resistenze delle burocrazie sindacali, di andare allo sciopero generale. La sinistra sindacale in Cgil, se vuole essere credibile, deve portare lo scontro fuori dall’apparato, nelle aziende e nelle piazze. I delegati più combattivi delle Rsu, i militanti sindacali classisti, devono mobilitarsi costruire Comitati unitari di lotta nei posti di lavoro contro l’aumento degli orari, per il salario e la salvaguardia del contratto nazionale. I militanti del Partito di Alternativa Comunista sono mobilitati per questa lotta di civiltà. E’ necessario preparare lo sciopero generale in Italia e, come propone la Lit-QI alle forze più combattive e conflittuali del sindacalismo europeo, nell’Unione Europa contro i padroni e i loro governi.

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