Continuano le lotte della logistica!
Lo sciopero generale del 16 ottobre e il proseguimento del conflitto
di Adriano Lotito

Sono anni che imperversa una lotta radicale nel settore della logistica. Una lotta animata da parole d'ordine classiste e condotta da lavoratori e lavoratrici, in gran parte immigrati, organizzati dal sindacato SiCobas: dall'Esselunga di Pioltello all'Ikea di Piacenza, dalla Granarolo di Bologna alla Dielle di Cassina dè Pecchi, passando per Brescia, Bergamo, Ferrara, Modena, Torino e con il sostegno di un settore del movimento studentesco e di vari gruppi e collettivi solidali.
Una lotta sindacale ma anche qualcos'altro
L'elemento
distintivo di queste lotte è che le avanguardie che vi hanno partecipato, e che
continuano a rendersi protagonisti di scontri anche molto duri, hanno
sviluppato una radicale coscienza anticapitalistica in grado di andare oltre l'ambito
prettamente sindacale e delle rivendicazioni di natura puramente economica.
La
dimostrazione è che le lotte della logistica, fin da subito, hanno sviluppato
una critica molto dura non solo sul terreno degli aumenti salariali e della
richiesta d’applicazione del contratto nazionale di settore, ma anche contro
l'intero sistema di sfruttamento che s’identifica nel mondo delle cooperative,
mondo che fino a qualche tempo fa era comunemente considerato il volto “pulito”
(e di “sinistra”) del capitalismo italiano e che in realtà si è rivelato essere
una spietata macchina di sfruttamento. Una macchina che stritola la
forza-lavoro per accumulare profitti ed essere all'altezza dei concorrenti
internazionali.
Anche
perché in Italia, a differenza che altrove, non essendo competitivi sul terreno
delle infrastrutture, il margine di profitto è ottenuto necessariamente dallo
sfruttamento sempre più barbaro dei lavoratori.
Ed
è così che capiamo le ragioni economiche e sociali che intrappolano migliaia
d’operai e operaie in condizioni spaventose, pagati 700 euro anche per 12 ore
di lavoro, con voci false in busta paga (mense inesistenti e quant'altro),
mancato rispetto delle norme sulla sicurezza lavorativa, trattamenti disumani e
discriminatori, razzismo e maschilismo (come nel caso della cooperativa Mr.Job
della Yoox a Bologna, dove le lavoratrici immigrate erano molestate e vivevano
una condizione addirittura di triplo sfruttamento, di classe, d’etnia e di
genere).
Tutto
per dividere, indebolire, frammentare, la possibilità di una resistenza a
questo sfruttamento e rendere più ricattabili.
Le
lotte dei lavoratori della logistica sono servite, quindi, a fare emergere
queste condizioni di schiavitù di stampo “ottocentesco” (aldilà della
propaganda novista di Renzi e del suo governo, del quale, non a caso, fa parte
anche l'ex numero uno di Lega Coop, Poletti). Ma sono servite anche a
compattare un settore del proletariato intorno ad una prospettiva di lotta
radicale ed oltranzista che rappresenta una positiva eccezione nel panorama
addormentato della lotta di classe nel nostro Paese. Una lotta che ha avuto
diversi momenti importanti: momenti che hanno visto in prima linea mobilitarsi
i compagni di Alternativa comunista, prima durante i picchetti all'Esselunga di
Pioltello (vertenza diretta dal nostro compagno Luis Seclen), poi in tutti i
presidi successivi in Lombardia ed Emilia (Modena, Bologna, Piacenza).
Le ultime importanti giornate: il 16 ottobre e il 14 novembre
Anche
quest’autunno è iniziato in modo energico e conflittuale per i lavoratori delle
cooperative, dopo la straordinaria vittoria strappata in estate alla Granarolo
di Bologna, dopo due anni di lotta contro padroni e istituzioni, che ha portato
alla riassunzione di tutti i lavoratori licenziati per motivi politici nel
maggio del 2012.
E'
ricominciata la vertenza all'Ikea di Piacenza e, soprattutto, il mese di
settembre è stato dominato dalla tenace lotta degli operai della Dielle di
Cassina dè Pecchi, società leader nel settore del recupero della
plastica che, approfittando di un cambio d’appalto, aveva licenziato 60
lavoratori, dopo averli sfruttati per anni in pessime condizioni con diversi
feriti e addirittura qualche caso di morte sul lavoro. Dalla metà del mese di
maggio sta andando avanti lo sciopero e la lotta senza compromessi di questi
operai. Da quando sono entrati in lotta si sono registrati diversi scontri con
le forze della repressione e si sono svolte trattative con cooperative e
azienda committente, anche davanti al Prefetto, con accordi raggiunti che sono
stati sempre disattesi dall’azienda. I padroni hanno, man mano, inasprito
sempre di più la repressione. Uno degli episodi più gravi si è avuto il 12
settembre scorso quando, a seguito di giorni di tensione tra lavoratori,
crumiri e cooperative, durante i quali si accusavano gli operai di violenza
(accuse false riprese dalla stampa borghese), i carabinieri hanno attaccato il
presidio degli operai con l’intervento attivo dei padroni e dei caporali della
cooperativa nel pestaggio dei lavoratori. Il risultato di quest’attacco delle
“forze del disordine” è stato di sei operai feriti e due arrestati con l’accusa
di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti. Con la lotta hanno
solidarizzato compagni e compagne di diverse realtà, tra cui in prima fila il
coordinamento di lotta No Austerity.
Da agosto sono riprese anche le mobilitazioni a
favore dei lavoratori licenziati dall’Ikea di Piacenza, con volantinaggi in
tutta Italia e una manifestazione nazionale tenutasi sempre il 13 settembre con
partecipazioni di Cobas da diverse città: Milano (anche gli operai Dielle, in
prima linea nonostante la repressione del giorno precedente e il presidio in
tribunale la mattina stessa), Bologna, Roma, Napoli, Torino.
Tutte queste realtà di lotta, e diverse altre, sono
confluite nella grande giornata di sciopero generale del 16 ottobre, quando
diversi nodi della movimentazione merci sono stati bloccati dai picchetti e dai
presidi dei lavoratori in diverse città in tutta Italia (soprattutto al Nord)
con punte di mobilitazione raggiunte in Emilia e in Lombardia (a titolo
d’esempio possiamo citare la nutrita manifestazione di Brescia come anche la
partecipata iniziativa nel modenese).
Una seconda importante data di mobilitazione
nazionale, ad un mese di distanza, è stata lo sciopero generale del 14
novembre, in occasione del quale gli operai organizzati dal Si Cobas sono scesi
in piazza a Milano, partecipando al corteo della Fiom con uno spezzone
distinto, nella prospettiva di dialogare con alcuni settori di base del grande
sindacato dei metalmeccanici.
Unità su basi classiste fino alla vittoria!
Pensiamo che questa mobilitazione debba continuare
ed estendersi sia geograficamente ad altri settori della classe lavoratrice e
degli sfruttati. Per questo facciamo appello all'unità delle lotte, a superare
gli steccati che molto spesso hanno diviso e continuano a limitare l'azione del
sindacalismo conflittuale, ad unificare questa prospettiva radicale su una
piattaforma di classe che metta in discussione l'intero modo di produzione
capitalistico e che possa andare incontro a tutti i settori delle masse in
questo momento colpiti dagli attacchi concentrati della crisi e del governo
Renzi, governo di banche e multinazionali.
Da parte nostra continueremo a garantire un’incondizionata
solidarietà nei confronti di queste lotte e di questi lavoratori, che con la
loro determinazione hanno portato avanti parole d'ordine importanti e
dimostrato che anche in tempi di crisi, con la giusta prospettiva e radicalità,
è possibile strappare conquiste, diritti e dignità.
Fino alla vittoria, sempre!
novembre 2014