Straordinario risultato dello sciopero degli scrutini a Modena
BLOCCO DEGLI SCRUTINI IN CORSO!
Le preziose lezioni di una lotta da imitare
BLOCCO DEGLI SCRUTINI IN CORSO!
Le preziose lezioni di una lotta da imitare
di Fabiana
Stefanoni*

Scrivevamo qualche giorno fa sul nostro sito
(www.alternativacomunista.org)
che non sapevamo quale sarebbe stato l'esito dei due giorni di sciopero degli
scrutini (7 e 8 giugno). Per quanto riguarda Modena oggi possiamo dire che è
stato un vero e proprio successo, sono stati paralizzati gli scrutini (le
operazioni di fine anno con cui si assegnano i voti agli alunni) del 90% degli
istituti superiori della provincia. Speriamo che l'esempio di Modena (e
dell'Emilia Romagna in generale, dove lo sciopero ha ottenuto buoni risultati)
possa essere contagioso: la due giorni di sciopero indetta dai sindacati di base
(Cobas, RdB, Cub, Usi) replica a breve nelle altre regioni. Una buona riuscita
dello sciopero su scala nazionale potrà segnare un punto importante a favore
delle lotte contro i tagli alla scuola pubblica.
Una piccolo passo in
avanti nelle lotte contro i tagli alla scuola pubblica
Modena è, ad oggi, la provincia dove lo sciopero degli scrutini ha avuto l'effetto più dirompente. Come è possibile leggere sul blog del Coordinamento Precari della Scuola di Modena (il coordinamento di lotta che si è fatto promotore in provincia della campagna per lo sciopero degli scrutini: l'indirizzo del blog è precariscuolamodena.wordpress.com), sono circa diciotto (su poco più di venti) gli istituti superiori della provincia dove lo sciopero è riuscito a bloccare il 100% o quasi delle operazioni di scrutinio: l'Istituto Selmi (il più grande della provincia, con 30 scrutini rimandati per sciopero), il Catteneo/Deledda, l'Istituto Barozzi, l'Istituto d'arte Venturi, il Liceo Pico di Mirandola, l'Istituto Sorbelli di Pavullo, l'istituto Fermi, la sede centrale dell'Itis Corni, il Liceo Scientifico Tecnologico del Corni, l'Elsa Morante di Sassuolo, l'Istituto Wiligelmo di Modena, l'Istituto Vinci di Carpi, l'Istituto Baggi di Sassuolo, il Liceo Formiggini di Sassuolo, l'Ipsia Ferrari di Maranello, l'Itituto Levi di Vignola, il Paradisi/Allegretti di Vignola; e sono saltati tutti gli scrutini anche alle Scuole Medie di Marano sul Panaro. Più che soddisfacenti i risultati negli altri istituti della provincia: sono stati annullati per sciopero almeno la metà degli scrutini del Liceo Fanti di Carpi, del Liceo Tassoni di Modena, dell'Ipsia Corni. Vari scrutini annullati anche al Liceo Muratori, al Liceo San Carlo, all'Istituto Vallauri di Carpi.
Un risultato - come abbiamo scritto nel comunicato del Coordinamento Precari della Scuola di Modena - che è andato al di là delle nostre più rosee aspettative e che crediamo abbia segnato un punto a favore delle lotte contro lo smantellamento della scuola pubblica: dopo la buona riuscita di questo sciopero siamo più forti di ieri, e più determinati nel rilanciare le lotte future. Sono, infatti, 150 mila i tagli del personale della scuola che diventeranno operativi in tre anni, a cui vanno aggiunti gli altri attacchi: aumento dell'età pensionabile per le donne del pubblico impiego, blocco degli scatti di anzianità per tre anni, dilazione del pagamento del Tfr, trasferimenti, esuberi. Un attacco che non riguarda solo i lavoratori della scuola, ma anche le famiglie e gli studenti: la cosiddetta riforma delle superiori è in realtà un massacro della scuola pubblica.
Modena è, ad oggi, la provincia dove lo sciopero degli scrutini ha avuto l'effetto più dirompente. Come è possibile leggere sul blog del Coordinamento Precari della Scuola di Modena (il coordinamento di lotta che si è fatto promotore in provincia della campagna per lo sciopero degli scrutini: l'indirizzo del blog è precariscuolamodena.wordpress.com), sono circa diciotto (su poco più di venti) gli istituti superiori della provincia dove lo sciopero è riuscito a bloccare il 100% o quasi delle operazioni di scrutinio: l'Istituto Selmi (il più grande della provincia, con 30 scrutini rimandati per sciopero), il Catteneo/Deledda, l'Istituto Barozzi, l'Istituto d'arte Venturi, il Liceo Pico di Mirandola, l'Istituto Sorbelli di Pavullo, l'istituto Fermi, la sede centrale dell'Itis Corni, il Liceo Scientifico Tecnologico del Corni, l'Elsa Morante di Sassuolo, l'Istituto Wiligelmo di Modena, l'Istituto Vinci di Carpi, l'Istituto Baggi di Sassuolo, il Liceo Formiggini di Sassuolo, l'Ipsia Ferrari di Maranello, l'Itituto Levi di Vignola, il Paradisi/Allegretti di Vignola; e sono saltati tutti gli scrutini anche alle Scuole Medie di Marano sul Panaro. Più che soddisfacenti i risultati negli altri istituti della provincia: sono stati annullati per sciopero almeno la metà degli scrutini del Liceo Fanti di Carpi, del Liceo Tassoni di Modena, dell'Ipsia Corni. Vari scrutini annullati anche al Liceo Muratori, al Liceo San Carlo, all'Istituto Vallauri di Carpi.
Un risultato - come abbiamo scritto nel comunicato del Coordinamento Precari della Scuola di Modena - che è andato al di là delle nostre più rosee aspettative e che crediamo abbia segnato un punto a favore delle lotte contro lo smantellamento della scuola pubblica: dopo la buona riuscita di questo sciopero siamo più forti di ieri, e più determinati nel rilanciare le lotte future. Sono, infatti, 150 mila i tagli del personale della scuola che diventeranno operativi in tre anni, a cui vanno aggiunti gli altri attacchi: aumento dell'età pensionabile per le donne del pubblico impiego, blocco degli scatti di anzianità per tre anni, dilazione del pagamento del Tfr, trasferimenti, esuberi. Un attacco che non riguarda solo i lavoratori della scuola, ma anche le famiglie e gli studenti: la cosiddetta riforma delle superiori è in realtà un massacro della scuola pubblica.
Solidarietà tra
lavoratori: un esempio per le lotte future
Tra gli aspetti più significativi della lotta condotta a Modena, c'è sicuramente la rete di solidarietà e le dinamiche di coordinamento che i lavoratori della scuola hanno saputo creare. In molte scuole i lavoratori si sono organizzati (con assemblee e comitati) per la riuscita dello sciopero: facendo in modo di far saltare il maggior numero di scrutini possibile. Sono state organizzate casse di resistenza: chi non aveva scrutini nei due giorni dello sciopero (7 e 8 giugno) ha dato un contributo agli scioperanti. Non solo: a dimostrazione che non si è trattato dell'azione di pochi ma di uno sciopero condiviso, gli insegnanti hanno anche deciso, in assemblea, di elaborare documenti in cui spiegare la scelta di bloccare gli scrutini (come nel caso dei lavoratori delI'Istituto Selmi, il più grande). Si è anche creata una rete di solidarietà che è andata oltre il mondo della scuola e ha coinvolto altre realtà di lavoratori in lotta che hanno inviato segnali di solidarietà. Citiamo, tra gli esempi più importanti, la solidarietà offerta dagli operai della Ferrari di Modena (a cui il Coordinamento Precari Scuola aveva a sua volta portato la solidarietà nel corso delle lotte contro i licenziamenti).
Lunedì mattina - il primo giorno dello sciopero - davanti all'Istituto Cattaneo/Deledda (uno degli istituti dove lo sciopero ha coinvolto quasi tutti i lavoratori arrivando al 100% degli scrutini bloccati) il Coordinamento Precari ha organizzato un presidio, insieme ai lavoratori di quella scuola, a cui hanno partecipato anche rappresentanti di quasi tutte le scuole in sciopero: anche questo un momento importante che ha dimostrato lo spirito con cui questa lotta è stata costruita, cioè come azione collettiva da portare avanti nell'unità tra lavoratori, a prescindere dal settore di lavoro e dalla sigla sindacale di appartenenza.
Tra gli aspetti più significativi della lotta condotta a Modena, c'è sicuramente la rete di solidarietà e le dinamiche di coordinamento che i lavoratori della scuola hanno saputo creare. In molte scuole i lavoratori si sono organizzati (con assemblee e comitati) per la riuscita dello sciopero: facendo in modo di far saltare il maggior numero di scrutini possibile. Sono state organizzate casse di resistenza: chi non aveva scrutini nei due giorni dello sciopero (7 e 8 giugno) ha dato un contributo agli scioperanti. Non solo: a dimostrazione che non si è trattato dell'azione di pochi ma di uno sciopero condiviso, gli insegnanti hanno anche deciso, in assemblea, di elaborare documenti in cui spiegare la scelta di bloccare gli scrutini (come nel caso dei lavoratori delI'Istituto Selmi, il più grande). Si è anche creata una rete di solidarietà che è andata oltre il mondo della scuola e ha coinvolto altre realtà di lavoratori in lotta che hanno inviato segnali di solidarietà. Citiamo, tra gli esempi più importanti, la solidarietà offerta dagli operai della Ferrari di Modena (a cui il Coordinamento Precari Scuola aveva a sua volta portato la solidarietà nel corso delle lotte contro i licenziamenti).
Lunedì mattina - il primo giorno dello sciopero - davanti all'Istituto Cattaneo/Deledda (uno degli istituti dove lo sciopero ha coinvolto quasi tutti i lavoratori arrivando al 100% degli scrutini bloccati) il Coordinamento Precari ha organizzato un presidio, insieme ai lavoratori di quella scuola, a cui hanno partecipato anche rappresentanti di quasi tutte le scuole in sciopero: anche questo un momento importante che ha dimostrato lo spirito con cui questa lotta è stata costruita, cioè come azione collettiva da portare avanti nell'unità tra lavoratori, a prescindere dal settore di lavoro e dalla sigla sindacale di appartenenza.
Una lotta che ha visto
come protagonisti anzitutto i lavoratori
Ci sono altri aspetti importanti da evidenziare in questa lotta.
Ci sono altri aspetti importanti da evidenziare in questa lotta.
A livello nazionale è Modena finora la
provincia in cui lo sciopero degli scrutini ha avuto il maggiore impatto: è un
dato significativo perché Modena è anche una provincia dove i sindacati di base
(Cobas e RdB-Usb) che hanno indetto lo sciopero non hanno un forte radicamento
(per ora non esistono nemmeno sedi in provincia). Modena, poi, è la patria della
Cgil (eterodiretta dal Pd): e la direzione provinciale della Flc Cgil - così
come quelle della Cisl, dello Snals, della Uil - hanno preso una posizione
pubblica di contrarietà allo sciopero. In altre parole ciò significa che i
lavoratori hanno deciso di scioperare nonostante la contrarietà delle burocrazie
sindacali e pur non disponendo, ad oggi, di un radicato sindacato di lotta. Ciò
è stato reso possibile dalle forme di organizzazione che i lavoratori si sono
dati.
La campagna per lo sciopero degli scrutini
di giugno è stata avviata due mesi fa dal Coordinamento precari con una raccolta
firme tra tutti i lavoratori della scuola per chiedere ai sindacati della scuola
presenti in provincia di indirlo: abbiamo raccolto oltre 500 firme a sostegno
della petizione, che è stata completamente ignorata dalle direzioni provinciali
di Cgil, Cisl e Uil. Nel frattempo i sindacati di base (Cobas e RdB-Usb) hanno
indetto lo sciopero. Solo la Gilda a Modena ha deciso, visto il numero di firme,
di sostenere lo sciopero in provincia di Modena (anche se non l'ha indetto): un
risultato che abbiamo valorizzato, nonostante la Gilda sia un sindacato
corporativo che ha sottoscritto molti accordi al ribasso (tra cui la legge 146
del 1990 che ha reso sanzionabile lo sciopero ad oltranza nella scuola).
Tuttavia, abbiamo ritenuto che fosse un risultato strappato utile alla riuscita
dello sciopero: la Gilda infatti a Modena conta migliaia di iscritti nella
scuola. Detto questo, va precisato che la Gilda di Modena si è limitata a
mandare una circolare di sostegno nelle scuole e a organizzare un'assemblea: ma
la preparazione dello sciopero è stata gestita dai coordinamenti di lotta degli
insegnanti. Anche Politeia - un coordinamento degli insegnanti sorto in questi
mesi contro il sovraffollamento delle classi a cui il Coordinamento Precari ha
da subito aderito - ha deciso di sostenere la nostra campagna, indicando chi
scrive queste righe quale referente per l'organizzazione dello sciopero.
Il ruolo delle
burocrazie di Cgil, Cisl, Uil e Snals: dieci a zero per i
lavoratori
Tutto questo avveniva mentre le direzioni provinciali della Flc Cgil, della Cisl, della Uil e dello Snals mandavano circolari dichiarandosi contrarie allo sciopero degli scrutini, dimostrando in questo modo di essere solo a parole interessate alle sorti dei lavoratori. L'atteggiamento più contraddittorio è stato quello della Cgil, che, mentre affermava di voler rilanciare le lotte contro il governo, ha mandato una circolare pubblica nelle scuole e ai suoi iscritti nella quale definisce lo sciopero degli scrutini, spregiativamente, "la fantastica trovata di qualcuno". In effetti, col senno di poi, possiamo dirlo: è stata una fantastica trovata, perché ci ha permesso non solo di fare un passo in avanti nella lotta, ma anche di mostrare ai lavoratori iscritti alla Cgil che i dirigenti del loro sindacato mimano soltanto la lotta contro i tagli. Per contrastare lo sciopero i burocrati sono arrivati addirittura a dire che lo sciopero degli scrutini "crea divisioni tra i lavoratori, gli studenti e i genitori": nulla di più ridicolo, anche perché fin da subito noi abbiamo costruito le lotte insieme ai collettivi studenteschi e prima di organizzare la campagna per lo sciopero l'abbiamo presentata ai coordinamenti dei genitori: una rappresentante dei coordinamenti dei genitori è venuta a esprimerci solidarietà nel corso di una riunione di preparazione dello sciopero organizzata dal Coordinamento Precari insieme a RdB-Usb.
Dopo il successo dello sciopero, il segretario provinciale della Flc Cgil ha rilasciato dichiarazioni offensive nei confronti dei lavoratori della scuola: ha precisato che lo sciopero ha avuto una "bassa adesione", argomento (lo stesso usato dal provveditore) che non ha senso nel caso dello sciopero degli scrutini, visto che i lavoratori si sono organizzati per far saltare il maggior numero di scrutini proprio limitando il numero di scioperanti (basta uno scioperante per annullare uno scrutinio) in modo da avere più risorse per le casse di resistenza. La migliore risposta a questi argomenti pretestuosi è arrivata dagli stessi delegati sindacali della Cgil: molti rappresentanti delle Rsu hanno non solo partecipato, ma anche organizzato attivamente lo sciopero nelle varie scuole.
Altrettanto emblematiche sono state le dichiarazioni dell'assessore provinciale all'istruzione (del Partito Democratico), che ha dichiarato di non condividere queste forme di lotta perché "creano troppi disagi", dimostrando in questo modo la vera natura della presunta opposizione del Pd ai tagli alla scuola pubblica: mentre fanno interrogazioni in Parlamento o nei Consigli comunali per chiedere conto dei tagli, i dirigenti del Pd cercano di ostacolare le lotte reali dei lavoratori contro i tagli. Se serviva un esempio in più per capire che il Pd (ma anche i partiti della sinistra governista - a cominciare da Rifondazione- che hanno sostenuto il precedente governo borghese, quello di Prodi) non ha le carte in regola per ergersi a difensore della scuola pubblica che ha contribuito a smantellare, questa vicenda lo ha fornito.
Ora, speriamo nel contagio: se lo sciopero ha avuto un effetto dirompente in provincia di Modena, i risultati sono stati buoni anche nelle altre province dell'Emilia Romagna, a partire da Bologna e Reggio Emilia. A Bologna il Coordinamento Precari ha srotolato un grande striscione dalla Torre degli Asinelli: un gesto dimostrativo che è servito a dare un po' di visibilità allo sciopero (purtroppo oscurato dai mass media).
Tutto questo avveniva mentre le direzioni provinciali della Flc Cgil, della Cisl, della Uil e dello Snals mandavano circolari dichiarandosi contrarie allo sciopero degli scrutini, dimostrando in questo modo di essere solo a parole interessate alle sorti dei lavoratori. L'atteggiamento più contraddittorio è stato quello della Cgil, che, mentre affermava di voler rilanciare le lotte contro il governo, ha mandato una circolare pubblica nelle scuole e ai suoi iscritti nella quale definisce lo sciopero degli scrutini, spregiativamente, "la fantastica trovata di qualcuno". In effetti, col senno di poi, possiamo dirlo: è stata una fantastica trovata, perché ci ha permesso non solo di fare un passo in avanti nella lotta, ma anche di mostrare ai lavoratori iscritti alla Cgil che i dirigenti del loro sindacato mimano soltanto la lotta contro i tagli. Per contrastare lo sciopero i burocrati sono arrivati addirittura a dire che lo sciopero degli scrutini "crea divisioni tra i lavoratori, gli studenti e i genitori": nulla di più ridicolo, anche perché fin da subito noi abbiamo costruito le lotte insieme ai collettivi studenteschi e prima di organizzare la campagna per lo sciopero l'abbiamo presentata ai coordinamenti dei genitori: una rappresentante dei coordinamenti dei genitori è venuta a esprimerci solidarietà nel corso di una riunione di preparazione dello sciopero organizzata dal Coordinamento Precari insieme a RdB-Usb.
Dopo il successo dello sciopero, il segretario provinciale della Flc Cgil ha rilasciato dichiarazioni offensive nei confronti dei lavoratori della scuola: ha precisato che lo sciopero ha avuto una "bassa adesione", argomento (lo stesso usato dal provveditore) che non ha senso nel caso dello sciopero degli scrutini, visto che i lavoratori si sono organizzati per far saltare il maggior numero di scrutini proprio limitando il numero di scioperanti (basta uno scioperante per annullare uno scrutinio) in modo da avere più risorse per le casse di resistenza. La migliore risposta a questi argomenti pretestuosi è arrivata dagli stessi delegati sindacali della Cgil: molti rappresentanti delle Rsu hanno non solo partecipato, ma anche organizzato attivamente lo sciopero nelle varie scuole.
Altrettanto emblematiche sono state le dichiarazioni dell'assessore provinciale all'istruzione (del Partito Democratico), che ha dichiarato di non condividere queste forme di lotta perché "creano troppi disagi", dimostrando in questo modo la vera natura della presunta opposizione del Pd ai tagli alla scuola pubblica: mentre fanno interrogazioni in Parlamento o nei Consigli comunali per chiedere conto dei tagli, i dirigenti del Pd cercano di ostacolare le lotte reali dei lavoratori contro i tagli. Se serviva un esempio in più per capire che il Pd (ma anche i partiti della sinistra governista - a cominciare da Rifondazione- che hanno sostenuto il precedente governo borghese, quello di Prodi) non ha le carte in regola per ergersi a difensore della scuola pubblica che ha contribuito a smantellare, questa vicenda lo ha fornito.
Ora, speriamo nel contagio: se lo sciopero ha avuto un effetto dirompente in provincia di Modena, i risultati sono stati buoni anche nelle altre province dell'Emilia Romagna, a partire da Bologna e Reggio Emilia. A Bologna il Coordinamento Precari ha srotolato un grande striscione dalla Torre degli Asinelli: un gesto dimostrativo che è servito a dare un po' di visibilità allo sciopero (purtroppo oscurato dai mass media).
*Portavoce del Coordinamento Precari
della Scuola di Modena