Basta repressione contro chi lotta!
Dipartimento sindacale del Pdac
Stamane all'alba sono stati portati agli arresti domiciliari diversi dirigenti e sindacalisti del Si Cobas e di Usb attivi nella provincia di Piacenza, tra cui Aldo Milani coordinatore nazionale del Si Cobas.
Le accuse infamanti mosse dalla magistratura borghese sono ben conosciute da migliaia di compagni attivi nelle lotte sindacali: interruzione di pubblico servizio, sabotaggio, resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata ecc. La verità è che l'unica «violenza privata» è perpetrata quotidianamente da chi la proprietà privata la detiene e la esercita sfruttando senza limiti i lavoratori e le lavoratrici!
Addirittura si legge dalle note del Si Cobas e Usb che la procura sta accusando i dirigenti di aver attuato gli scioperi con motivazioni pretestuose per migliorare le condizioni dei lavoratori oltre quanto previsto dal contratto nazionale (sic!).
E chi dev'essere a decidere i motivi per cui si può scioperare? Lo Stato borghese? I padroni? Cosa dovrebbero fare i lavoratori organizzati in un sindacato se non lottare per migliorare le loro condizioni? E, infine, al netto del fatto che i lavoratori della logistica, come tutti sanno, sono sfruttati ben oltre il perimetro del contratto nazionale, chi ha detto che lo stesso (pietoso) contratto nazionale debba essere il limite massimo del rivendicabile?
Questi arresti sono il metodo che lo Stato borghese ha per reprimere le importanti lotte dei lavoratori della logistica che da anni sono in prima linea nella battaglia contro lo sfruttamento e l'oppressione razzista, che spesso colpisce questi lavoratori che sono per la gran parte immigrati.
Alternativa comunista esprime solidarietà ai dirigenti e agli attivisti del Si Cobas e di Usb e a tutti i lavoratori della logistica in lotta. Una lotta che sosterremo sempre con convinzione a partire dagli scioperi e picchetti che si stanno animando già da questa mattina fuori i magazzini di tutta Italia.
Facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali ad aderire alle mobilitazioni in corso per chiedere l’immediata liberazione dei compagni arrestati: alla loro repressione rispondiamo con la lotta di classe di tutto il proletariato unito.