Alitalia: cosa sta accadendo in Ita e ai servizi di terra?
Intervista a Daniele Cofani*
Protesta dei lavoratori Alitalia davanti alla sede del Messaggero
A distanza di sei mesi dalla nascita di Ita, in questi giorni, si è tornati a parlare di privatizzazione e della vendita dei servizi di terra di handling e manutenzione. Daniele, ci puoi spiegare cosa sta realmente accadendo?
Sì, proprio il 15 di aprile Ita Airways - la nano-compagnia pubblica - ha compiuto 6 mesi di vita con un bilancio dal punto di vista economico, industriale e occupazionale nel suo complesso estremamente negativo: addirittura oltre le peggiori previsioni. Le assunzioni promesse dal presidente Altavilla e dalle direzioni delle organizzazioni sindacali firmatarie sono state disattese: a oggi poco più di 2000 lavoratori e lavoratrici sono stati assunti da Ita, mentre circa 4000, dal 15 ottobre, sono in regime di cassa integrazione a zero ore con notevoli ed inaccettabili ritardi nei pagamenti da parte dell’Inps. Inoltre il governo Draghi ha da poco decretato, attraverso un Dpcm, la privatizzazione di Ita, dando il via libera al Cda per mettere in atto una ricerca di mercato utile a trovare un acquirente. Il Cda nel frattempo è esploso all’interno delle enormi contraddizioni in una delle più grandi e maldestre operazioni pubbliche della storia repubblicana: sei consiglieri su nove si sono dimessi lasciando al comando della nano-cloche solo il presidente Altavilla e un paio di fedeli scudieri. All’origine delle dimissioni sembra ci siano divergenze sulla scelta dei possibili acquirenti di Ita (da una parte Msc e Lufthansa, dall’altra Air France e Delta) ma anche sulle altissime somme elargite per pagare gli advisors selezionati sia da Ita che dal Mef (praticamente dei doppioni) chiamati a gestire la privatizzazione della compagnia: costi che sembrerebbero superare i 9 milioni di euro (1). Inoltre, proprio il 15 aprile, si era giunti a 30 giorni di totale silenzio dalla scadenza dei bandi di vendita dei settori di handling e manutenzione, data entro la quale si potevano presentare manifestazioni di interesse. Oltremodo il 14 marzo sono stati sottoscritti due pre-accordi tra Ita e le società Swissport (per quanto riguarda le attività di handling) e Atitech (in merito alle attività di manutenzione) con cui Ita si è accreditata i due partner prima ancora della conclusione di un bando pubblico, contestualmente disimpegnandosi dalla partecipazione azionaria nelle future società, come invece era previsto da vari decreti e accordi che hanno sancito la fine di Alitalia e la nascita della nano-compagnia. Insomma, questi 6 mesi hanno rappresentato un vero e proprio disastro - orchestrato dal governo Draghi con il supporto delle direzioni sindacali firmatarie - che ha portato a termine lo smantellamento di Alitalia e la privatizzazione di Ita attraverso il passaggio di mano del settore aereo a diretti concorrenti, mentre migliaia di lavoratori e lavoratrici si trovano senza lavoro con un sempre più precario sostegno al reddito (a loro si vanno sommate altre centinaia di colleghe e colleghe dell’handling e della manutenzione).
Che notizie stanno circolando rispetto alla societarizzazione delle attività di terra e le conseguenti ripercussioni occupazionali?
Anche se sembra paradossale, la notizia più importante è proprio la mancanza di notizie da parte dei commissari straordinari che stanno gestendo i bandi di vendita: è evidente che non ci sono buone notizie altrimenti sarebbero già state diffuse per tranquillizzare la categoria. Ci sono però i soliti noti a compiere questo atto di propaganda, tra cui determinate organizzazioni sindacali che, nei vari settori, dopo aver «toppato» la previsione dei 100 aerei per il decollo di Ita, oggi stanno tentando di tranquillizzare i lavoratori dicendo loro che le nuove società saranno solide e che verranno assunti tutti… un po’ alla volta (sic!). Ma, a supporto di questa propaganda, si somma anche la comunicazione tossica mainstream attraverso i soliti pennivendoli che continuano a pubblicare - sotto ordine retribuito - varie veline da parte di Ita come anche dai commissari straordinari. Un esempio è il giornalista Umberto Mancini de Il Messaggero, che è stato capace di scrivere che il 95% dei lavoratori e lavoratrici Alitalia saranno assunti da Ita e dalle società Swissport e Atitech (2), falsità a cui hanno ben risposto i lavoratori del comitato Tutti A Bordo che, il 15 aprile, si sono presentati sotto la sede del quotidiano a via del Tritone (3) per consegnargli una lettera e il libro Alitalia cronaca di una lotta esemplare (4) invitandolo alla presentazione del libro il 28 aprile alle ore 18 presso la libreria Anomalia a San Lorenzo (Roma). A parte le menzogne, la realtà ci mette di fronte un nuovo passaggio critico in cui il ridimensionamento e la privatizzazione di Ita metterebbero in discussione qualsiasi tipo di salvaguardia e prospettiva rispetto al futuro delle societarizzazioni dell’handling e della manutenzione; societarizzazione che, in ogni settore, ci ha tristemente abituati a perdite consistenti in termini di occupazione, salario e normativa, perdite che si potranno abbattere anche sui lavoratori e lavoratrici dei servizi di terra, con ulteriori 1000/1500 licenziamenti e un duro attacco ai salari.
Quali sono le reazioni tra i lavoratori e le lavoratrici e cosa sarà messo in campo per tentare di respingere questo ennesimo attacco?
Senza dubbio la mancanza di notizie ufficiali è funzionale a tenere tutti in stand-by, ma un certo ritardo del fronte di opposizione sindacale non ha favorito una ripresa rapida di coscienza da parte dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti in questo imminente passaggio. Detto ciò, il comitato Tutti A Bordo non si è mai fermato, proseguendo le sue attività di denuncia, partecipazione e convergenza con le altre lotte del lavoro e sociali, organizzando tra l’altro - insieme ai compagni e alle compagne di Tim - la data romana dell’Insorgiamo Tour della Gkn (5), partendo poi alla volta di Firenze per la grande manifestazione del 26 marzo. Inoltre, il comitato si è fatto promotore della ripresa della mobilitazione in Alitalia, che si è concretizzata con una prima assemblea unitaria a Fiumicino il 14 aprile con Cub, Usb e Navaid CY, nella quale si è deciso di intraprendere un percorso di lotta che vedrà tutti impegnati sia nella costruzione, il 27 aprile, di una manifestazione unitaria presso il Mise, sia di uno sciopero a maggio (la Cub trasporti ha aperto le procedure di raffreddamento) contro la privatizzazione di Ita, la societarizzazione e i conseguenti licenziamenti. Anche in questa fase le posizioni delle varie organizzazioni rappresentano diversi accenti, ma è urgente ripartire subito con una mobilitazione unitaria contro i licenziamenti, complementare alla battaglia contro le societarizzazioni, che mai potranno garantire occupazione e salario: sarebbe come chiedere ai lavoratori di ripararsi dalla grandine con ombrelli di carta pesta; come non ci si potrà sottrarre dalla lotta contro la privatizzazione di Ita, in una prospettiva di lungo respiro che ci dovrà vedere protagonisti in una battaglia per la ricomposizione e il rilancio di una reale compagnia di bandiera unica, pubblica e sotto il controllo diretto dei lavoratori.
Guarda qui la zoom di presentazione del libro di Daniele Cofani sulla lotta in Alitalia: https://youtu.be/X0g33oKy0uo
*Operaio Alitalia, militante di Alternativa comunista