Partito di Alternativa Comunista

Alitalia, Air Italy e indotto: il settore aereo sotto attacco. Come reagire?

Alitalia, Air Italy e indotto: il settore aereo sotto attacco. Come reagire?

 

 

 

di Daniele Cofani (operaio Alitalia)

 

 

Si è concluso da qualche giorno il teatrino elettorale per la scelta del «nuovo» presidente della Repubblica dove, per l’ennesima volta, se mai ce ne fosse bisogno, si è messa in evidenza la decadenza di questo sistema, rappresentata tra gli scranni del parlamento con le finte scaramucce tra i partiti di governo, per poi confermare lo stato attuale delle cose: stabilità politica per avanzare con le ristrutturazioni industriali e le riforme dettate da Confindustria e banche. Dentro questo deplorevole circo, si inscrive il duro attacco che sta subendo tutto il settore aereo, dove a pagarne le spese sono migliaia di lavoratori e l’intera collettività.

 

Conte, Draghi e la nano-compagnia

Tra il 15 ottobre e il 3 gennaio sono state cancellate nei fatti le due principali e storiche compagnie nazionali - parliamo di Alitalia ed Air Italy (prima Meridiana) - generando migliaia di licenziamenti e la perdita di importanti professionalità che hanno rappresentato un patrimonio collettivo per più di 60 anni, garantendo un servizio essenziale per la mobilità e l’economia del Paese. Questo scempio, se è pur vero che è stato portato a compimento da Draghi e dal suo governo, ha radici molto lontane che si sono ramificate attraverso tutti gli esecutivi - di ogni colore - che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni. Per quanto riguarda Alitalia, il tutto è ben raccontato nelle pagine del libro Alitalia cronaca di una lotta esemplare (1), mentre per la ex Meridiana è possibile leggere maggiori dettagli sempre in un nostro recente articolo (2). Tutto questo non è avvenuto per caso, ma è stato scientemente portato avanti a suon di decreti e accordi sindacali che, pian piano, hanno depauperato entrambe le compagnie, lasciando spazio e traffico sia alle low-cost - anche mediante ingenti finanziamenti pubblici - sia ai grandi colossi del trasporto aereo internazionale. In questo contesto Ita Airways (la nano compagnia pubblica) non sta rappresentando la risposta a tutti i mali, anzi è il miglior regalo che Conte, Patuanelli e Gualtieri prima e Draghi, Giorgetti e Franco poi potessero fare alla concorrenza, che da anni sta mettendo le mani sul ricco mercato passeggeri e cargo del Paese.

 

Burocrati sempre pronti a dividere

In questo contesto hanno una grande responsabilità le direzioni delle organizzazioni sindacali che hanno accompagnato tutti i processi di smantellamento, sia con la firma di accordi sindacali, sia con una narrazione dei fatti totalmente falsa, al solo scopo di imbrogliare i lavoratori e le lavoratrici – anche i loro stessi iscritti - per difendere le loro strutture burocratiche. Stiamo parlando di quelle direzioni che in questi anni si sono messe totalmente al servizio dei vari speculatori che hanno affossato Alitalia ed Air Italy; ma anche delle altre compagnie come Blu Panorama ed Ernest, che hanno difeso gli interessi e i profitti dei vari capitani coraggiosi, del principe Aga Khan e degli sceicchi degli Emirati (Etihad e Qatar), mandando invece al macero migliaia di lavoratori e lavoratrici altamente specializzati, gravando i costi sociali ed economici su tutta la collettività. La più grande responsabilità che va imputata a questi personaggi è quella di aver volutamente lasciato divise e distanti tutte le lotte del settore aereo, a partire dalle compagnie aeree fino ad arrivare a tutto l’indotto aeroportuale. Non solo le hanno lasciate distanti, ma si sono adoperati quotidianamente per metterle in contrapposizione tra di loro, anche mediante la stipula di contratti diversificati ed un uso spropositato di precariato. Un cocktail infernale che ha generato un dumping sociale estremo tra le varie realtà, anche internamente alle compagnie con la divisione tra lavoratori fissi, precari e terziarizzati, fino ad arrivare all’utilizzo delle false cooperative. Tutto ciò ha creato all’interno della categoria conflitto, utilizzato come leva per mantenere divisi lavoratori che invece dovevano lottare spalla a spalla: l’esempio più lampante è senza dubbio la divisione e la contrapposizione create ad arte tra i lavoratori Alitalia ed Air Italy. Nel momento di massima crisi del settore aereo a causa della pandemia - mentre Alitalia era in amministrazione straordinaria e Air Italy aveva dichiarato fallimento in bonis - a dicembre 2021 le principali organizzazioni sindacali hanno avallato, nei fatti, il piano misero e fallimentare di Ita presentato dal governo Conte bis, quando invece si poteva convergere tutti in una lotta unitaria per una grande compagnia pubblica, visto anche l’investimento che poteva essere messo a disposizione. Sono passati mesi in cui promettevano aerei e posto per tutti, ingannando migliaia di lavoratori, quando invece il posto se lo sono garantito solo per loro, riuscendo poi a mettere in contrasto tra di loro i lavoratori licenziati di Alitalia ed Air Italy in merito all’anno di cassa integrazione, avallando nei fatti il piano di distruzione del settore aereo.

 

2 dicembre: la firma della vergogna

Quello che è accaduto il 2 dicembre, con la firma degli accordi tra Ita e Cgil, Cisl, Uil, Ugl e alcune associazioni professionali, non riguarda solo i lavoratori e le lavoratrici Alitalia, ma ha delle dirette conseguenze su tutto il comparto e per tutta la classe lavoratrice. Prima di tutto sono state tradite decine e decine di piazze che hanno animato una dura e lunga battaglia contro il piano Ita; piazze che in più occasioni hanno visto la partecipazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori con una importante componente combattiva e coerente da cui poi è nato il comitato Tutti A Bordo - no al piano Ita; piazze in cui sono stati contestati politici (Gualtieri) e dirigenti sindacali che stavano portando a compimento un progetto fallimentare. Per spiegare meglio cosa è successo il 2 dicembre, riporto di seguito uno stralcio di un articolo a tema (3) in uscita sul nostro giornale Progetto Comunista: «Da quella riunione, durata poche ore, sono venuti fuori 5 accordi firmati da Cgil, Cisl, Uil e Ugl riguardo il rinnovo del Ccnl del Trasporto Aereo (parte vettori), verbale di accordo acquisizione asset e sviluppo occupazionale (sic!), protocollo relazioni industriali, accordo integrativo di secondo livello periodo 2022-2025 e accordo premio di risultato. Alcune organizzazioni professionali Fast Confsal, Anpac, Anpav, Anp hanno firmato solo una parte dei 5 accordi, mentre Usb e Navaid hanno deciso di non firmare nulla. Nei fatti, dopo alcune settimane dalla partenza di Ita, con le piazze che si stavano pian piano svuotando, gran parte delle organizzazioni sindacali ha certificato migliaia di licenziamenti, discriminazioni soprattutto di mamme lavoratrici (mancata applicazione dell’art. 2112), tagli salariali e normativi del regolamento aziendale di Altavilla (che sono stati riportati nel Ccnl attraverso gli accordi integrativi) ma soprattutto si sono garantiti un “posto al sole” con la firma del protocollo sulle relazioni industriali, salvaguardando le loro strutture e i permessi sindacali. Proprio alcuni giorni dopo questa firma, sono stati chiamati in servizio da parte di Ita, i principali dirigenti dei sindacati firmatari (4) tra cui i segretari nazionali della Filt-Cgil e della Uil trasporti».
Durante questo incontro c’è stata una manifestazione di un manipolo di lavoratori e lavoratrici combattivi del comitato Tutti A Bordo che, nonostante una tempesta di pioggia, sono riusciti ad animare una contestazione di fronte le finestre della sala dove erano riunite la dirigenza di Ita e le direzioni di tutte le organizzazioni sindacali (Cub ed Acc escluse).

 

Ora basta: dobbiamo unirci contro le burocrazie sindacali e il governo Draghi

Quello che è successo in Alitalia ed Air Italy mette ancora di più in evidenza lo spartiacque che divide le reali necessità dei lavoratori e delle lavoratrici dall’opportunismo delle direzioni sindacali, pronte a salvaguardare solamente le proprie strutture di fronte al massacro sociale in corso in tutto il settore. La «salvaguardia» dei principali dirigenti sindacali firmatari avvenuta in Alitalia è un metodo che si ripete da anni e che potrà essere riprodotto, ad esempio, anche in Air Italy (non si può escludere che a breve vedremo qualche burocrate entrare in Ita), mentre circa 10 mila lavoratori e lavoratrici delle 2 ex compagnie sono stati licenziati e ridotti alla fame, senza contare i tanti altri dell’indotto nei vari aeroporti, a partire da Fiumicino, gli scali milanesi e sardi, fino a Reggio Calabria.
Questa prassi consolidata va denunciata e combattuta con forza: dobbiamo ribadire, nella prossima fase della mobilitazione, la necessità di rafforzare organismi indipendenti di lotta condotti direttamente dai lavoratori, gli unici che possano portare avanti le proprie istanze senza alcun compromesso, cercando di unire le varie realtà di lotta tra di loro con rivendicazioni che si contrappongono alla opportunistica rassegnazione delle direzioni sindacali e agli attacchi che continuerà a sferrare il governo Draghi.
Questo, a nostro avviso, è l’unico modo per reagire agli attacchi e mettere in discussione il piano Ita (anche in previsione dei bandi di vendita delle attività di handling e manutenzione) e per costruire i necessari rapporti di forza per riscrivere un progetto alternativo per tutto il settore aereo, a partire da una reale compagnia di bandiera fina ad arrivare a una generale trasformazione in attività pubblica degli aeroporti da porre sotto il controllo delle assemblee permanenti dei lavoratori.

 

NOTE

1)https://www.partitodialternativacomunista.org/politica/nazionale/e-uscito-il-libro-sulla-lotta-in-alitalia

2)https://www.partitodialternativacomunista.org/politica/nazionale/liquidazione-air-italy-1-500-lavoratori-lasciati-a-terra-con-una-e-mail

3) «Alitalia/Ita: vergogna è fatta! Tutele per i burocrati sindacali, licenziamenti per migliaia di lavoratori» - Progetto comunista n° 109 - febbraio 2022

4) https://www.ilsole24ore.com/art/ita-e-carica-piloti-sindacalisti-assunti-cigs-alitalia-AEz38P4

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