Accordo sulla Rappresentanza:
le lacrime di coccodrillo di Landini
Dipartimento Sindacale Pdac
Quelle
di Landini sono lacrime di coccodrillo.
Lo
stupore espresso dal segretario della Fiom, riguardo l’attuazione del
famigerato accordo sulla rappresentanza dello scorso 31 maggio rappresenta il
tentativo di smarcarsi da una scelta che limiterà di molto le libertà sindacali
nei luoghi di lavoro e renderà il conflitto in fabbrica nei fatti un’azione
fuorilegge.
Ma
questo squallido tentativo del segretario della Fiom di rifarsi una “verginità”
politica e di separare le sue responsabilità da quelle della Camusso non
inganna nessuno.
Per
giustificare il suo dietrofront riguardo l’accordo sulla rappresentanza che lui
stesso a suo tempo aveva salutato come una conquista positiva, fa leva su
cavilli e dettagli degni di un avvocatucolo di provincia.
Troppo
tardi. Era già chiaro da tempo quali disastri avrebbe causato un simile accordo
e non aver fatto nulla allora, salvo lamentarsi oggi, non diminuisce
assolutamente le enormi responsabilità che la politica rinunciataria e parolaia
del leader della Fiom ha avuto sulle condizioni di vita dei lavoratori.
In
realtà questa tardiva differenziazione dalla Cgil è solo figlia del congresso
che si sta svolgendo nella confederazione. Non dobbiamo farci ingannare.
Camusso e Landini usano gli stessi ingredienti, devono solo decidere chi sarà
il “capo cuoco” che tenterà di cucinare i lavoratori.
Non
avevamo illusioni allora né ne abbiamo oggi circa un sincero ripensamento di
Landini e della direzione della Fiom.
I
lavoratori devono oggi più che mai contare solo sulle proprie forze e lottare
per costruire una direzione politica e sindacale classista, rivoluzionaria e
realmente alternativa alla direzione burocratica della Cgil, che tenta di
garantire la pace sociale nell’interesse dei padroni!