Partito di Alternativa Comunista

27 gennaio ANCORA UNA GIORNATA DI SCIOPERO GENERALE

27 gennaio
ANCORA UNA GIORNATA DI SCIOPERO GENERALE

Una scadenza di lotta importante: ma gli scioperi rituali non bastano


Il 27 gennaio alcune sigle sindacali (Usb, Slai Cobas, Si.Cobas, Cub trasporti e altri) hanno proclamato una giornata di sciopero generale. L’Orsa – sindacato corporativo molto radicato tra gli autoferrotranvieri – ha deciso di indire lo stesso giorno lo sciopero dei trasporti. Si annuncia quindi una importante giornata di lotta: è una scadenza importante, per dire no alla manovra del governo Monti.

I limiti dello sciopero...
E’ uno sciopero che, ancora una volta, non vede unificate in una sola giornata di lotta tutte le sigle del sindacalismo conflittuale. La proposta, avanzata dalla Cub, di indire uno sciopero unitario di tutte le sigle del sindacalismo conflittuale ha trovato una porta chiusa da parte del gruppo dirigente di Usb, che ha preferito proclamare lo sciopero solo con sigle sindacali minori evitando il confronto con la Cub e con la Confederazione Cobas: ancora una volta, quindi, il sindacalismo di base scende in campo senza un percorso comune e condiviso. 
Nonostante questo limite, crediamo che lo sciopero vada sostenuto. E’ uno sciopero che arriva in ritardo, quando sono già passate pesanti misure contro i lavoratori dipendenti: il gruppo dirigente di Usb prima non ha aderito allo sciopero di Cub e Cobas del 17 novembre, poi ha sospeso il proprio sciopero (quello del 2 dicembre) proprio per l’insediamento del nuovo governo Monti: è stato un atto grave, che ha contribuito ad alimentare le illusioni dei lavoratori sul governo dei banchieri. Soprattutto, Usb ha posticipato la data dello sciopero (e la lotta contro Monti...) alla chiusura delle trattative sulle elezioni Rsu: un modo per dire che gli interessi materiali del sindacato vengono prima degli interessi dei lavoratori. In generale, il gruppo dirigente di Usb oscilla tra politiche di compromesso (volte a conservare il proprio apparato, piccolo ma fortemente burocratizzato), attacchi spesso scorretti nei confronti delle altre organizzazioni del sindacalismo conflittuale, violazione dei più elementari principi della democrazia sindacale (basta pensare alla vicenda dell’espulsione della nostra compagna Fabiana Stefanoni). L’Orsa, l’altra sigla “di peso” che proclama lo sciopero del 27 gennaio, è un sindacato corporativo, che gode di un forte radicamento tra gli autoferrotranvieri ma che sostiene piattaforme minime spesso al ribasso. Diverso è il caso delle altre, seppur piccole, organizzazioni sindacali che hanno aderito allo sciopero del 27 gennaio: alcune di esse sono organizzazioni combattive che organizzano lotte importanti (ricordiamo la lotta dei lavoratori dell’Esselunga di Pioltello diretta dal Si.Cobas).

...e le potenzialità
Nonostante questi limiti lo sciopero del 27 gennaio è una scadenza importante. Nel contesto odierno, in cui le contraddizioni del sistema capitalistico stanno esplodendo anche nel nostro Paese e in cui la lotta di massa sta attraversando vari Paesi d’Europa, anche un piccolo sciopero può essere l’occasione per inaugurare una stagione di lotte ad oltranza e scioperi prolungati: per inaugurare, cioè, una mobilitazione di massa in grado di respingere le misure del governo Monti e quelle del suo predecessore Berlusconi. Scioperi rituali di una sola giornata non bastano: occorre organizzare in tutte le città comitati di lotta contro il governo Monti e per la costruzione di un grande sciopero generale prolungato che unifichi tutte le vertenze in un’unica incisiva lotta. Serve una piattaforma che rivendichi:

•    Giù le mani dalle pensioni e dall’articolo 18!
•    No al pagamento del debito: il debito lo paghino banchieri e capitalisti!
•    Scala mobile dei salari e delle ore lavorative: lavorare meno, lavorare tutti!
•    Assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari!
•    Ritiro di tutte le leggi razziste! Unità della lotta di lavoratori nativi e immigrati! Solidarietà agli occupanti di Pinhierinho (Brasile) assediati dalla polizia militare!
•    Occupare le fabbriche che chiudono e licenziano: esproprio sotto controllo operaio delle grandi industrie e delle banche! Creazione di un'unica banca di Stato al servizio dei lavoratori!
•    Basta governi dei padroni! Lottiamo per imporre un governo dei lavoratori che realizzi questo programma!



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